REGGIO EMILIA – Non sono mancate le scintille durante l’audizione del procuratore della Repubblica di Bologna, Giuseppe Amato, alla Camera dei deputati, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie. Il magistrato ha risposto ad una sollecitazione del parlamentare di Forza Italia Pietro Pittalis che, in riferimento alle vicende reggiane e all’inchiesta Aemila, ha chiesto espressamente se nel passato alcuni episodi siano stati sottovalutati con riferimento, ad esempio, alla visita dell’ex sindaco Graziano Delrio a Cutro nel 2009 in piena campagna elettorale. Delrio in quell’occasione accolse l’invito del primo cittadino calabrese e a quell’evento erano presenti anche l’azzurro Fabio Filippi e la ex sindaca Antonella Spaggiari.
Servizio tg di Michele Angella
Di seguito, parte dell’intervento del procuratore Amato:
“Per cercare di dare l’immagine della penetrazione della criminalità organizzata, in particolare la ‘ndrangheta, nella regione Emilia Romagna, partirei dal richiamo nella relazione del procuratore generale di Bologna di quest’anno che, come l’anno scorso, ha evidenziato un’evidente infiltrazione della criminalità organizzata, e in particolare della ndrangheta, in regione”. Così il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, nel suo intervento davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, presieduta dalla deputata Chiara Colosimo.
Amato ha poi richiamato un dato statistico, quello delle misure interdittive: “Nell’anno 2022 la regione Emilia-Romagna ha raggiunto il numero di 266 misure interdittive, collocandosi la regione al terzo posto tra le regioni italiane, dopo la Campania e la Calabria. La provincia di Reggio Emilia è quella dove più frequentemente è stato utilizzato questo strumento”. Il procuratore ha poi passato in rassegna i procedimenti che si sono aperti in seguito al processo Aemilia (che si è concluso in Cassazione nell’ottobre 2022), come Grimilde e Perseverance, descrivendo il carattere “economico” della mafia emiliano romagnola, che porta avanti reati fiscali, di bancarotta strumentali, interposizioni fittizie, “tutte situazioni che dimostrano come l’infiltrazione non è un’infiltrazione che vuole farsi vedere e vuole manifestarsi come una sorta di controllo militare del territorio”. Secondo Amato “è aumentato il contrasto dell’infiltrazione. E sicuramente c’è un’affinamento dell’infiltrazione, perché quando l’infiltrazione è di natura economica, è un infiltrazione estremamente moderna, che si può giovare dello strumentario che l’evoluzione tecnica consente. Ma non credo che ad aumento di processi si arrivi a poter affermare che c’è un aumento di infiltrazione. Certo è una regione che senza essere terra di mafia, perché le terre di mafia sono altre, è una regione fortemente infiltrata dalla mafia – il procuratore ha parlato anche di mafia nigeriana, cinese e camorra, ndr -, ed è questo coessenziale con una economia che funziona, che è molto forte e che quindi attira i capitali illeciti”. (Ansa)
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