BRESCELLO (Reggio Emilia) – “Sono stato intercettato dal 2004 al 2012, mi sono sentito braccato”. Francesco Grande Aracri prende la parola alla fine dell’udienza dedicata alle parti civili e all’inizio delle repliche degli avvocati difensori alle accuse della Dda della scorsa settimana. Il 68enne, videocollegato dal carcere di Novara, è il principale imputato, assieme al figlio minore Paolo, nel filone dibattimentale di Grimilde, mentre l’altro figlio, Salvatore, lo è stato nel filone abbreviato, già arrivato a sentenza in primo e secondo grado. Sono accusati di essere stati il punto di riferimento di una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso che avrebbe operato tramite truffe e false fatturazione.
Vuole rilasciare spontanee dichiarazioni: ribatte alle parole del pm Beatrice Ronchi su alcuni punti precisi, poi fa riferimento al provvedimento del 2013 di prevenzione patrimoniale, il primo emesso dal tribunale di Reggio. “Quando ho perso tutto, ho cominciato a lavorare dove trovavo. Poi hanno arrestato la mia famiglia, per questo dico che davvero mi sento braccato signor presidente”.
Prima delle dichiarazioni di Grande Aracri, gli avvocati Antonio Piccolo e Nino Ruffini hanno dato il via alle repliche degli avvocati difensori che occuperanno le prossime udienze. I legali – il primo per Gaetano e Domenico Oppido, accusati di una truffa da oltre due milioni ai danni del ministero dei Trasporti, e il secondo per Nunzio Giordano – hanno insistito sul fatto che i loro assistiti fossero completamente estranei all’associazione mafiosa. Se cadesse quell’aggravante, diversi capi d’imputazione considerati ‘reati fine’ andrebbero prescritti.
Leggi e guarda anche
Processo Grimilde: lo Stato chiede 500mila euro di danni alla ‘Ndrangheta. VIDEO
Processo Grimilde: “Francesco Grande Aracri è la ‘ndrangheta in Emilia”. VIDEO
Reggio Emilia 'ndrangheta Brescello Francesco Grande Aracri processo GrimildeProcesso Grimilde: “Paolo Grande Aracri in affari fin da giovanissimo”. VIDEO













