REGGIO EMILIA – In alcuni casi imponeva di affidare i lavori di ricostruzione post sisma a una ditta facente capo in modo occulto alla propria famiglia, in altri casi chiedeva tangenti per aumentare l’assegnazione di fondi pubblici e velocizzare le pratiche. Per questo, Giuseppe Todaro, architetto 36enne residente a Reggiolo, è finito in carcere.
Il gip di Brescia ha accolto la richiesta della locale procura antimafia di misure cautelari a suo carico. E’ accusato di reati di corruzione, concussione, atti contrari ai doveri d’ufficio, intestazione fittizia di società, aggravati dalle finalità mafiose per i legami di parentela col clan Dragone di Cutro. Assieme a lui sono finiti in carcere il padre, Raffaele Todaro, 60enne, e una serie di altri personaggi a vario titolo coinvolti nell’inchiesta. Fra loro un altro reggiano, Enrico Ferretti, 47 anni, bancario residente a Guastalla che, consapevole delle irregolarità, avrebbe dato il suo appoggio nell’apertura di conti correnti per le ditte della famiglia Todaro, fittiziamente intestate a prestanomi.
L’architetto Todaro, grazie all’incarico di tecnico aggiuntivo esterno presso i Comuni mantovani ricadenti nel cratere sismico del terremoto del 2012, si occupava dell’istruttoria delle richieste di contributi per la ricostruzione degli immobili. In questa veste ha operato a Magnacavallo, a Villa Poma, a Borgo Mantovano, a Poggio Rusco, a Sermide. Secondo gli accertamenti degli inquirenti, spingeva i proprietari degli immobili ad affidare i lavori alle ditte Bondeno srl e Arte Casa la cui proprietà, sua e del padre, era nascosta tramite prestanomi. In altri casi, avrebbe intascato tangenti: 25mila euro per aumentare da 595mila a 950mila il contributo pubblico assegnato. Per questo sono finiti nei guai anche proprietari e direttori dei lavori che si sono prestati al gioco.
Le indagini, supportate da una mole notevole di intercettazioni e perquisizioni dei carabinieri, sono scattate per l’esposto di un tecnico che non si è piegato al ricatto. Il magistrato ha disposto il sequestro delle due ditte, dei conti correnti e dei contributi per il sisma percepiti in modo indebito.
Gian Piero Del Monte
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