SCANDIANO (Reggio Emilia) – “Il trend recente a cui stiamo assistendo è quello di un declino della cosca Grande Aracri e una presa di posizione degli Arabia, è normale questo avvicendamento quando un clan viene duramente colpito dalle inchieste e l’altro riesce a scalare le posizioni di comando, tutto ciò è avvenuto senza grossi traumi, e si lascia spazio a chi ha subìto meno, c’è una certa ciclicità”.
E’ questa la lettura del procuratore capo di Reggio Calogero Gaetano Paci dei recenti arresti che hanno colpito il clan Arabia e dei nuovi equilibri che si stanno delineando nell’ambito della ‘ndrangheta reggiana. Dalle carte dell’inchiesta Ten emerge come gli stessi Arabia, che in passato erano legati al clan rivale dei Dragone, abbiano poi intrapreso legami con uomini di spicco dei Grande Aracri a Reggio. Il procuratore capo Paci, intervenuto in un incontro nella sala del consiglio comunale a Scandiano, ha anche spiegato come oggi la mafia faccia affari con il tessuto economico e sociale locale. “Fare affari non esclude la riserva di violenza che la mafia porta con sé, per ora il terreno degli affari è però più rilevante, se dovesse essere di nuovo necessaria la violenza non c’è dubbio che possa essere riutilizzata”.
Durante l’incontro è stato presentato il report di Libera sulla Mafia reggiana e i beni confiscati. E’ poi intervenuto il prefetto di Reggio Maria Rita Cocciufa, che ha parlato delle interdittive e delle critiche rivolte da alcuni a questo tipo di strumento. “Il lavoro che facciamo tende a salvaguardare l’economia sana, l’istruttoria è molto complessa e dà la possibilità a chi è coinvolto di difendersi. Le aziende colpite restano comunque sul mercato anche se vengono escluse dagli appalti pubblici, e ora stiamo vedendo le connessioni che si creano con le aziende del territorio”.
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