REGGIO EMILIA – Oltre quattro ore di requisitoria da parte della pm antimafia Beatrice Ronchi, conclusesi in udienza preliminare a Bologna con la richiesta di 8 anni di carcere per la 42enne Rosita Grande Aracri, accusata di associazione mafiosa e sotto processo con rito abbreviato, quindi con sconto di pena di un terzo. La figlia di Francesco Grande Aracri di Brescello nonché nipote del boss Nicolino, ha di recente espiato in carcere a Piacenza la pena inflittagli nel processo Grimilde.
La Dda di Bologna la considera dal 2004 al 2023 in sinergia con i vertici del clan ndranghetistico emiliano: avrebbe partecipato alle riunioni della cosca, svolgendo il ruolo di portavoce del padre, mantenendo i contatti con la casa madre recandosi più volte nel bunker di famiglia in contrada Scarazze a Cutro, nell’abitazione dello zio capoclan. Rosita non era presente in aula.
Nella prossima udienza sarà la volta dell’arringa difensiva, mentre già depositate le richieste risarcitorie delle parti civili, cioè il Comune di Brescello, il Comune di Reggio Emilia, il Ministero dell’Interno, Libera, Cortocircuito, la Cgil Emilia Romagna e la Camera del lavoro di Reggio Emilia. Nello stesso procedimento sono già stati prosciolti i due ex sindaci di Brescello Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
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