REGGIO EMILIA – C’è stata una stagione in cui due fra le più note discoteche reggiane – l’Italghisa di Reggio e il Los Angeles di Bergonzano – erano gestite dalla ‘ndrangheta. La notizia non è nuova, ma la recente sentenza del processo Grimilde contiene una ricostruzione dettaglia e istruttiva di quelle vicende. La storia comincia 15 anni fa, nel 2006, quando Salvatore Grande Aracri, brescellese, nipote del boss Nicolino, e Antonio Muto (classe 1971) acquistano l’Italghisa. Nel 2008 è la volta del Los Angeles.
Il denaro arriva in parte da altri soggetti: per l’Italghisa 150mila euro dalla famiglia Nicoscia, per il Los Angeles da un prestito di 180mila euro di Giuseppe Giglio. Grande Aracri e Muto non figurano né come soci, né come amministratori, schermati da prestanome. Tornano utili anche i rapporti con un ex poliziotto e con due carabinieri, uno dei quali in servizio a Brescello.
Cos’erano le discoteche per la cosca Grande Aracri? “Una specie di bastione di potenza”, dice la sentenza. Un bastione “che diceva a chi poteva capire: ‘Qui ci siamo noi, guardate cosa abbiamo’”. Per Antonio Muto la questione era in parte diversa. Secondo il collaboratore di giustizia Angelo Salvatore Cortese, per Muto quello era anche un modo per mostrare agli altri che lui era un uomo dei Grande Aracri. E infatti “gli affiliati delle altre cosche avevano smesso di andare da lui a chiedere denaro”.
Ma le due discoteche, racconta la sentenza, erano gestite in modo predatorio: gli amici di Grande Aracri entravano gratis e mangiavano e bevevano a sbafo, i proprietari occulti si portavano a casa lo champagne e le consegne dei fornitori. Secondo il giudice, Muto prima ne approfitta, poi comincia a rimetterci e si ribella. A quel punto gli sparano all’auto e poi gli bruciano la casa di Cutro.
La festa finisce nel 2010, quando i proprietari dell’area di Bergonzano, stanchi di sollecitare il pagamento dell’affitto, ottengono lo sfratto. Interessante infine la galassia dei prestanome: alcuni – pochi – sono complici inconsapevoli, altri sono collaboratori storici dei Grande Aracri e dei Muto, altri ancora, come Ivan Catellani e Franca Valla, ex proprietari del Los Angeles, sono gente del settore che aveva capito bene con chi aveva a che fare.
Reggio Emilia 'ndrangheta mafia Quattro Castella discoteca Italghisa Los Angeles processo Grimilde