BRESCELLO (Reggio Emilia) – Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini, cioè i due ex sindaci di Brescello imputati per concorso esterno in associazione mafiosa, aggrediscono subito l’accusa e, tramite i loro legali, fanno sapere che intendono difendersi a spada tratta con il rito ordinario. E’ la novità più importante dell’udienza preliminare avviatasi in tribunale a Bologna e focalizzata su Brescello con vicende legate allo scioglimento del Comune ed altre emerse durante il processo Grimilde. L’orientamento degli altri dieci imputati, fra cui alcuni membri della famiglia Grande Aracri, pare essere quello di puntare sul rito abbreviato o il patteggiamento, quindi con sconto di pena di un terzo.
Gran parte dell’udienza tenutasi per circa un’ora davanti al giudice Roberta Malavasi e al pm antimafia Beatrice Ronchi, in tribunale a Bologna, è stata monopolizzata dalle richieste di costituzione di parte civile. Hanno chiesto di far parte del procedimento diverse istituzioni tramite l’Avvocatura dello Stato, ma anche la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Reggio Emilia, i Comuni di Brescello e Reggio Emilia, la Cgil, tre associazioni antimafia (Libera, Cortocircuito e Impastato-Castelli), infine a sorpresa l’ex vigile brescellese Donato Ungaro che venne ingiustamente licenziato: “Una giornata importante. Sono stato danneggiato da una delibera illegittima firmata da Vezzani come sindaco e Coffrini come assessore”.
La discussione con decisione sulle parti civili avverrà nella prossima udienza dell’11 febbraio, poi il 27 febbraio si entrerà nel vivo con il magistrato della Dda che sezionerà le posizioni degli imputati. Presente in aula, per questa prima tappa processuale, l’ex sindaco Vezzani che, al termine, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Dal carcere hanno seguito l’udienza in videoconferenza Rosita e Salvatore Grande Aracri, Leonardo Villirillo e Albino Caruso. La sentenza è prevista entro la prossima primavera.
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