VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – “Febbio, un posto meraviglioso”. Parola di Max Gazzè. Un pranzo in quota utilizzando gli impianti di risalita, poi il viaggio di ritorno, il rifugio e gli stand, il concerto con lo spettacolo nello spettacolo del panorama. La ricetta per il rilancio del turismo in appennino. Max Gazzè è stato il primo protagonista di quello che potrebbe diventare un festival, con l’obiettivo di portare almeno un grande artista tutte le estati qui a Febbio. Lo stesso cantautore romano che ieri pomeriggio si è esibito per due ore davanti ai 700 sul pratone alla base degli impianti ha auspicato l’organizzazione di una vera e propria rassegna.
“Questo è quello che vogliamo per il territorio, al pascolo e agli animali lascio tutto il resto, ma questo è il teatro della città”, dice il sindaco Elio Ivo Sassi. “Ripartire da qua, dalla bellezza e dagli impianti appena adeguati, significa anche rilanciare la montagna con eventi di un certo calibro”.
Certo, in queste zone a farla da padrone è il meteo. Il vento ad esempio ieri non ha consentito agli spettatori di salire fino in cima al Cusna.
E poi l’organizzazione è stata complessa. “Siamo riusciti a organizzare tutto nel migliore dei modi grazie a tanti volontari”, sottolinea l’assessore al volontariato del comune di Villa Minozzo, Dea Tojalli.
Importante anche il contributo dei carabinieri, come spiega il capitano Josè Ghisleri, comandante della compagnia di Castelnovo Monti: “Non abbiamo badato ai numeri, ma a garantire l’adeguata cornice di sicurezza”.
Fatica quindi, gli ostacoli non solo del tempo ma anche di chi vedeva questo concerto come una sorta di “invasione” dell’uomo in spazi naturali, ma anche tanta soddisfazione per i registi dell’evento, i ragazzi dell’associazione La Contessa che hanno in gestione il rifugio del crinale e la seggiovia. “Ci teniamo a farvi vedere che il giorno dopo è tutto pulito e a posto”, ha detto ai nostri microfoni Carlotta Brindani.
“Sarebbe bello poter ripetere questa esperienza. Ovvio che ha costi ingenti, ci vuole la partecipazione di tutti. Credo che i fatti abbiano dimostrato che si poteva e si doveva fare questo concerto”, chiosa Lorenzo Santi.
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