CORREGGIO (Reggio Emilia) – Una banca di Correggio, il marito e il figlio di una signora deceduta e la somma di denaro sul conto della donna che l’istituto di credito rifiutava di concedere ai due legittimi e unici eredi: è una vicenda che si è protratta per mesi, fino a che i due si sono rivolti all’avvocato dell’Adusbef, associazione di difesa degli utenti delle banche e la questione si è risolta.
La signora è scomparsa lo scorso anno. Marito e figlio, entrambi di Correggio, si sono rivolti alla filiale dell’istituto di credito per chiedere che il denaro della donna venisse spostato sul conto a loro cointestato, portando tutta la documentazione richiesta. La banca ha però bloccato tutto, chiedendo che i due familiari fornissero una liberatoria secondo l’Adusbef non prevista dalla legge. Sono partite prima le e-mail, poi le lettere raccomandate. Padre e figlio si sono rivolti all’ufficio reclami che ha citato alcune non meglio precisate procedure interne in materia di successioni. A metà marzo, durante il lockdown, una impiegata ha perfino richiesto un atto notarile.
Gli eredi hanno deciso di passare alle vie legali e si sono rivolti all’Adusbef. Al referente dell’associazione per le province di Reggio e Modena, l’avvocato modenese Luca Scarpa, è bastato procedere con una mediazione, passaggio obbligato prima di rivolgersi al giudice: la banca ha concesso a padre e figlio la somma richiesta, purché rinunciassero a fare causa. Inoltre ha versato loro un simbolico rimborso spese. I due utenti poi hanno chiuso il conto corrente.
“E’ una vicenda semplice ma può dare fiducia ai cittadini – il commento il del legale – sul fatto che certe richieste delle banche non trovano riscontro legislativo e aggravano il carico burocratico già pesante in questo periodo”.
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