REGGIO EMILIA – A pochi giorni di distanza dalla morte del giovanissimo Youness Lakhdar (12 anni), i residenti di Cella, assediati dal traffico della via Emilia, chiedono interventi per la sicurezza.
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“Da anni diciamo che qui la gente va forte, non ci sono controlli e quindi adesso basta – dice Alberto Sassi, dell’associazione Mattone su Mattone – Cella e Gaida sono gli unici due paesi dove non c’è un velox, un sistema di rallentamento, solo il limite dei 50 chilometri orari che quando non c’è traffico nessuno rispetta”.
Sotto una pioggia battente, un centinaio di persone ha partecipato a Cella all’iniziativa promossa dall’associazione Mattone su mattone per chiedere sicurezza per i residenti della frazione attraversata dalla via Emilia. Un tema spesso rimosso, ma tornato sotto i riflettori in seguito alla morte di Youness Lakhdar, il ragazzino che venerdì pomeriggio è stato travolto e ucciso da un furgone. Alla manifestazione, con il loro dolore grande e composto, hanno partecipato anche i genitori di Youness.
Fazzoletti rossi appesi ad una sagoma bianca ricordavano le tante vittime di questi anni. Cosa chiedono i residenti all’amministrazione comunale? “Loro sono i tecnici, noi vogliamo solo che la gente qui vada più piano”.
Una richiesta d’aiuto raccolta dall’assessore Carlotta Bonvicini, che ha partecipato all’iniziativa e ha preso la parola, parlando della necessità di installare moderatori di velocità e di rendere sicuri gli attraversamenti pedonali. “La via Emilia sopporta un flusso di traffico pesante e attraversa abitati popolosi. E’ necessario un approfondimento, che porteremo avanti in questi giorni ascoltando le istanze di chi abita a Cella”.
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