LUZZARA (Reggio Emilia) – S’intitola “Il cielo sopra le nuvole – Quando Spiritualità e Filosofia dialogano con l’Eternità” la mostra antologica di Serafino Valla, allestita dal 4 ottobre al 2 novembre 2025 all’interno del Refettorio Monastico dell’Abbazia di Polirone a San Benedetto Po (MN). Curata da Giammarco Puntelli, l’esposizione sarà inaugurata sabato 4 ottobre alle 17.
In mostra, cinquanta opere selezionate, realizzate dai primi anni Sessanta al 2010 dall’artista di Luzzara. Un percorso teso a documentare, attraverso la varietà delle tecniche e dei linguaggi (pittura, disegno, scultura), le tre principali linee di ricerca perseguite: una filosofia fondata sull’osservazione della natura, usata spesso come metafora; una spiritualità strettamente abbracciata alla vita; l’amore e il rispetto profondo per i propri luoghi d’origine e la propria gente.
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«Serafino Valla è una voce autentica ed onesta dell’arte contemporanea italiana, un maestro che, da eccellente disegnatore, decide di esprimersi con un linguaggio naïf rivisto per raggiungere una serie di obiettivi creativi per lui integrati alla vita e al senso della memoria e della testimonianza», dichiara Giammarco Puntelli. «Con Serafino Valla – prosegue il curatore – si alza dalla mostra antologica la voce di un filosofo e di un poeta, capace di respirare i luoghi del suo vissuto e di portare, fra terra e cielo, la sacralità della vita attraverso una visione non limitata neppure dalla morte ma proiettata, attraverso la speranza che non delude, verso un orizzonte ulteriore».
La mostra è aperta al pubblico sabato, domenica e festivi con orario 9.30-12-30 e 15.00-18.00, 1 e 2 novembre ore 9.30-12.30 e 14.30-17.30 oppure su appuntamento. Ingresso libero. Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0376 623036. Per approfondire la ricerca di Serafino Valla: www.serafinovalla.it.

L’autore
Serafino Valla (Luzzara, 1919 – Reggiolo, 2014) è un artista autodidatta. Nell’infanzia ha vissuto in un ambiente instabile e precario a causa dei frequenti traslochi, pertanto la frequenza scolastica non è stata regolare. Psicologicamente insicuro ed incompreso, si rifugiava in una appagante contemplazione della natura. Trascorreva molto tempo camminando lungo l’argine del Po, il grande fiume che rappresentava per lui un mistero. Arruolato come volontario nell’esercito, partecipa alla campagna di Russia, dove rimane ferito. Nel 1955 si sposa e va a vivere a Reggiolo. Nel 1959, venti giorni prima della nascita della figlia Giuseppina, la morte del fratello Giuseppe in un incidente stradale lo porta ad una grande crisi esistenziale. Negli anni Sessanta, ha iniziato a ricercare nella pittura, nella scultura e dentro alla filosofia il senso del suo esistere, arrivando a trovare una sua forma espressiva caratterizzata da uomini con il capo chino coperti dal cappello, dalla natura e dall’amato Po. L’arte diviene lo strumento di difesa e il rifugio, che porta alla luce le sue emozioni e la sua spiritualità. Appartenuto alla prima generazione dei pittori naïf, da cui si differenzia in modo sostanziale proprio per la razionalità, negli anni Settanta realizza la prima mostra personale a Luzzara, dove viene scoperto da Cesare Zavattini. Negli anni Novanta ha esteso la sua comunicazione visiva alla rappresentazione plastica, per dare alle sue immagini la terza dimensione, modellando l’argilla, per poi dedicarsi, nell’ultima parte del suo percorso artistico, alla natura morta.
Nel 2014, viene allestita la sua ultima mostra, Esistenzialità ed Arte (dal titolo della monografia a cura di Alfredo Gianolio, pubblicata nel 2012), a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri. Nel paese di Antonio Ligabue, Valla ha chiuso la sua carriera con una grande consapevolezza, che lo ha accompagnato fino alla morte, avvenuta dopo quattro mesi. Da allora, la figlia Giuseppina diventa curatrice delle sue opere ed inizia un nuovo percorso di valorizzazione dell’artista. Serafino Valla, con la sua arte gentile e introspettiva, ha esposto sia a livello nazionale sia internazionale in mostre personali e collettive. Sue opere si trovano al Museo Nazionale delle Arti Naïves Cesare Zavattini di Luzzara, al Museo Cervi di Gattatico, al Museo dei Madonnari di Curtatone, in Jugoslavia, Svizzera, Francia, Spagna, Olanda e in collezioni pubbliche e private.














