PIEVEPELAGO (Modena) – I soccorritori hanno liberato dalle lamiere il corpo di Ivano Montanari alle 15. La salma del pilota 61enne ha iniziato il suo penultimo viaggio, quello verso l’Istituto di Medicina legale di Modena. Poi, dopo l’autopsia, ci sarà quell’addio che in tantissimi speravano di potergli dare, dopo aver capito che non c’era più possibilità di trovarlo vivo. Accanto a lui, in queste prime ore delle operazioni di recupero, la moglie Barbara Bonvicini, che è salita al campo base di Pievepelago in seguito all’arrivo della notizia: dopo oltre un mese, l’aereo e il suo pilota erano stati trovati. La donna ha ringraziato tutti e almeno avrà un luogo in cui piangere il marito, per il quale il volo era una grande passione.
Ieri l’allarme è scattato nel pomeriggio: una squadra del soccorso alpino che aveva dato il via a una battuta di ricerche ha intravisto qualcosa in un canalone, tra Sant’Annapelago e il Lago Santo. Le ricerche infatti, sebbene fossero state rimodulate rispetto ai primi dieci giorni di attività quotidiana, non si erano mai interrotte, anche se dipendenti dal meteo. “L’area nella quale è stato ritrovato fa parte del perimetro delle ricerche ed era stata sorvolata ma il bosco è veramente fitto”, spiega Tiziano Grandi, funzionario dei vigili del fuoco di Modena.
Si deciderà quindi adesso come procedere per il recupero del mezzo. Questa mattina il primo passo è stato un sopralluogo congiunto, un’attività di supporto alle autorità incaricate delle indagini. L’area infatti è stata posta sotto sequestro e due inchieste parallele sono state aperte: quella della procura di Modena, che mira a stabilire eventuali responsabilità diverse da un errore di manovra del pilota stesso, e quella dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. L’autorità investigativa indipendente dello Stato ha inviato sul posto un proprio investigatore che ha già iniziato un’indagine finalizzata alla prevenzione, per determinare causa e dinamica dell’incidente.
“Trovarlo era il nostro obiettivo dal primo giorno”, sottolinea Federico Gubertini, tecnico del soccorso alpino.
Il 28 gennaio il pilota reggiano, che abitava in città, a Due Maestà, decollò dal Campovolo a bordo dell’ultraleggero da turismo Evektor della scuola Top Gun, di cui era socio da circa cinque anni. Erano le 11.22. Appena una mezzora più tardi comunicò che sarebbe tornato, perché la visibilità era troppo scarsa. Invece non rientrò, e da allora di lui non si è più saputo niente fino a ieri.
Leggi e guarda anche
Ritrovato a Sant’Annapelago l’aereo precipitato: due inchieste sulla morte di Ivano Montanari. VIDEO
La morte di Ivano Montanari: il ricordo della barista di Due Maestà. VIDEO
Trovato il relitto dell’aereo di Ivano Montanari: all’interno il cadavere del pilota