REGGIO EMILIA – La notizia della morte dello scrittore cileno Luis Sepulveda, ucciso dal coronavirus a 70 anni, in un ospedale di Oviedo, in Spagna, ha presto fatto il giro del mondo. A Reggio si registra il ricordo del sindaco Luca Vecchi, che svela anche un retroscena: “Il Coronavirus spegne una delle voci più belle, intense e impegnate della letteratura mondiale. Avevamo invitato Luis Sepulveda a Reggio alcuni mesi fa, speravamo di poter festeggiare assieme il 25 aprile. Altri diranno della sua grandezza, della sua capacità di trasformare l’esperienza del sostegno ad Allende, le torture subite in prima persona dal regime di Pinochet in pagine meravigliose e liriche come “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” o come “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.
C’è però un suo libro, in questi giorni terribili e crudi che più di ogni altro può aiutarci ad andare avanti: “Le rose di Atacama”. Sono racconti di resistenza, piccoli e grandi, in momenti di crisi e di svolta dell’esistenza umana. Atacama è un deserto cileno che raggiunge temperature record, in cui la vita è pressoché preclusa a quasi ogni specie. Eppure, sotto la sabbia rovente un particolare tipo di rosa attende: ogni anno, in un solo giorno, tutte le piante fioriscono assieme e punteggiano dei colori della vita la distesa color ocra”.
Morto Luis Sepulveda: era stato invitato a Reggio Emilia per il 25 Aprile
16 aprile 2020A svelare il retroscena è stato il sindaco Luca Vecchi: “Il Coronavirus spegne una delle voci più belle, intense e impegnate della letteratura mondiale”