VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – L’ex sergente Karl Wilhelm Stark, ribattezzato “il boia di Cervarolo”, è morto il 14 dicembre scorso all’età di 100 anni, ma la notizia è stata resa nota solo in queste ore dal procuratore generale militare Marco De Paolis.
Nel 2018 una troupe del Tg1 scovò il criminale di guerra nella sua abitazione nei pressi di Monaco. Non era per niente pentito, disse che non aveva partecipato a nessuna strage e che il processo italiano era stato “una farsa”. Il 20 marzo 1944 i tedeschi, coadiuvati dalla milizia fascista, investirono Civago dove uccisero tre persone e bruciarono decine e decine di case, abbandonandosi poi al furto e al saccheggio. Ancora peggiore fu il destino di Cervarolo: tutti gli uomini di età compresa fra i 17 e gli 84 anni, persino un paralitico e il prete del paese, furono ammassati nell’aia e uccisi a colpi di mitraglia. Poi, la borgata fu data alle fiamme. Complessivamente, a Cervarolo furono uccisi 24
civili che ogni anno vengono ricordati nell’aia del paese. Stark era stato condannato anche per la strage di Vallucciole, nell’Aretino, dove furono uccisi per rappresaglia oltre 100 tra uomini, donne e bambini.
Il procuratore generale militare De Paolis ha dato anche la notizia della morte di Alfred Stork, 97 anni, ritenuto responsabile di una delle stragi di militari italiani avvenute sull’isola di Cefalonia nel settembre 1943. Stark e Stork erano gli ultimi due criminali di guerra tedeschi condannati per strage ancora vivi. Nessuno dei due ha mai fatto
un giorno di carcere, né di arresti domiciliari. Dei 60 ergastoli inflitti dalla magistratura militare italiana dopo la scoperta, nel ’94, dei fascicoli sulle stragi nazi-fasciste nascosti in un armadio per più di 30 anni, quasi nessuno è stato eseguito. Gli unici a scontare la pena sono stati Erich Prebke per la strage delle Fosse Ardeatine e Misha Seifert, il “boia di Bolzano”.