REGGIO EMILIA – Nel Reggiano era venuto più di una volta, ed era atteso per la visita più simbolica: a giorni avrebbe inaugurato, proprio a Reggio, il Festival di Emergency 2021. La “sua” Emergency. E avrebbe ricevuto copia del primo Tricolore dal sindaco Luca Vecchi, che lo saluta su Facebook: “La tua perdita priva l’Italia di un uomo speciale, sempre dalla parte degli ultimi. Reggio Emilia è e resterà la casa delle persone che come te mettono i diritti al primo posto, a cominciare da quello alla salute”.
Gino Strada ancora una volta ha sorpreso il mondo. E’ morto a 73 anni in Normandia. Aveva un cuore malato. Di sicuro non si era risparmiato tenendolo solo per sé. “Un uomo che ha ispirato migliaia di persone”, dice Annalisa Rabitti, assessore alla cultura e referente per l’organizzazione del Festival alla quale si è lavorato nel corso degli ultimi due anni e che ad ora rimane confermato, anche se adesso la preoccupazione principale è ricordare a dovere Gino Strada e quello che è stato.
Un medico, prima di tutto. Cresciuto in un ambiente cattolico ma della Milano rossa e operaia, leader del Movimento studentesco, pacifista che non ha esitato a criticare “il dilettantismo che c’è nel mondo umanitario”, disse una volta. Chirurgo di guerra con la Croce Rossa. E’ nel Rwanda dilaniato dal genocidio che il reggiano Giorgio Benaglia lo conosce. Medico anche lui, lì come cooperatore anche lui, della stessa età, nel tempo diventeranno amici, divertiti e legati anche dal fatto di aver chiamato entrambi le loro figlie Cecilia. Le occasioni per sentirsi non saranno tante nel corso degli anni, ma Benaglia è sinceramente commosso: “Era ottobre 1994, uno dei miei responsabili si lussò una spalla: cercate Gino Strada, ci disse. Poi a cena raccontò di voler creare una ong. Era poi Emergency, nata qualche mese dopo. Lui lì costruiva protesi per le vittime delle mine antiuomo”.
La svolta definitiva infatti è con Emergency, che Gino Strada fonda con la prima moglie Teresa Sarti: voleva creare un’associazione indipendente che portasse cure gratuite e di qualità alle vittime delle guerre e delle mine. C’è riuscito. Cambogia, Sudan, Perù, Afghanistan. L’ong ha costruito ospedali in 18 Paesi.
“Boorea, Legacoop Emilia Ovest e tutte le imprese socie sono a ricordare e celebrare Gino Strada – è l’omaggio della cooperazione reggiana – Senza il suo impegno, le qualità e il carisma di Gino, l’attenzione agli ultimi e alle attività necessarie per salute e dignità sarebbero state infinitamente inferiori. Proseguiamo l’impegno e salutiamo un grande del nostro tempo”.
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