REGGIO EMILIA – E’ morto all’età di 97 anni Giglio Mazzi, il partigiano Alì, figura di spicco della Lotta di Liberazione. Fino all’ultimo aveva continuato ad incontrare i giovani per trasmettere loro gli ideali di libertà e democrazia.
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Era nato a Campogalliano ed era figlio di un militante socialista. Giglio Mazzi si era trasferito da bambino con la famiglia prima a Mandrio di Correggio, poi a Rio Saliceto e infine a Reggio. Dopo l’8 settembre 1943, si unì alla Resistenza ed entrò nei Sap con il nome di battaglia Alì. In seguito passò ai Gap, operando tra Reggio Emilia e Rubiera. Ferito in azione il 1° gennaio 1945, si nascose in diverse cascine della pianura e successivamente fu inquadrato nel distaccamento ‘Katiuscia’ della 37^ Brigata Gap.
Dopo la Liberazione, fu tra le altre cose direttore della Cooperativa Muratori di Reggio e direttore amministrativo delle Farmacie Comunali Riunite. Fino all’ultimo aveva continuato ad incontrare i giovani per trasmettere loro gli ideali di libertà e democrazia, come in questa iniziativa a Rubiera, nel febbraio scorso.
insert: quello che ho fatto, l’ho fatto perchè lo volevo fare. E non ho mai avuto ripensamenti
Una cosa in particolare non accettava Giglio Mazzi. Che la Resistenza fosse ridotta ad uno scontro ideologico: fascismo da una parte e comunismo dall’altra.
insert: non è così. Non c’erano i fascisti da una parte e i comunisti dall’altra. C’erano i fascisti da una parte e gli antifascisti dall’altra
Il 25 aprile 2021, in un’Italia chiusa per Covid, furono Giglio Mazzi e Giacomina Castagnetti a raccontare la Liberazione da Sala del Tricolore a tanti reggiani collegati online. Lui sapeva quale prezzo era stato pagato. E quando parlava della liberazione di Reggio, gli venivano ancora i brividi.
La camera ardente per Giglio Mazzi presso le onoranze funebri Reverberi in via Terezin riaprirà domani alle 8,30. I funerali si svolgeranno nel pomeriggio alle 17, con partenza da via Terezin per il cimitero di Coviolo.
Telereggio ricorderà il partigiano Alì trasmettendo questa sera, alla fine del telegiornale, alle 20,10, il documentario “Casa Cervi. Una giornata di Resistenza”, realizzato nel 2010.
Vi proponiamo un brano di una intervista, tratta da un documentario realizzato nel 2010 da Telereggio, in cui Giglio Mazzi rievoca la Liberazione di Reggio.
Il cordoglio del sindaco di Reggio Emilia Marco Massari
Ciao partigiano Alì! Ciao caro concittadino Giglio Mazzi. Reggio Emilia è orgogliosa di averti tra i suoi figli. Fai buon cammino sui sentieri dei Gappisti, con il tuo volto aperto e schietto sferzato dal vento della Liberazione oggi come nel ‘45. Sì, oggi come allora, perché la gente come te nella sostanza non cambia mai, per nostra fortuna non è mai cambiata. E non si perde mai, perché i sentieri della vita scelti sono quelli giusti, dall’inizio alla fine, con il giusto punto di partenza, l’antifascismo, e il giusto punto di arrivo, la democrazia, la libertà, la Costituzione della nostra Repubblica.
Quanto dobbiamo alla tua generazione! Un debito che potremo onorare soltanto custodendo e moltiplicando mille volte questa vostra eredità, nella pace, nel riconoscimento reciproco personale e dei diritti individuali e collettivi.
Te ne sei andato in punta di piedi, a pochi giorni dalla commemorazione dei Martiri del 7 Luglio: compagni cittadini, fratelli partigiani. Eri estroverso, di grande spirito, di temprata forza, di intelligenza brillante, dotato di una sintesi folgorante quando volevi farti capire, far intendere il senso robusto e irrinunciabile dei tuoi racconti, dei tuoi ragionamenti.
Ma non facevi sfoggio delle tue scelte, del tuo sacrificio fino a un passo dalla morte quando i fascisti ti spararono sulla via Emilia dalle parti di Ospizio, dove operavi. Non hai mai ‘usato’ la Resistenza per celebrarti, bensì per celebrare la Libertà di tutti.
Eri un testimone. Sei stato un testimone dall’inizio alla fine di quel sentiero, un cammino di ben 97 anni, prima come combattente della Resistenza a soli 17 anni, poi come ricostruttore, assieme alla tua generazione umile e fiera, del nostro Paese e della nostra Città: segretario dell’Anpi di Ospizio, impegnato come dirigente nella cooperazione, poi direttore amministrativo delle nostre Farmacie comunali riunite, quelle nate 120 anni fa per dare farmaci e curare gratis la gente povera.
Eri l’ultimo partigiano del distaccamento Katiuscia della 37^ Brigata Gap ‘Vittorio Saltini’, dove Gap sta per Gruppi di azione patriottica, dove la Patria tornava ad essere terra dei padri, dove Patria tornava ad essere madre, non bieca matrigna come vent’anni di dittatura avevano prima insinuato e poi imposto agli italiani. E come inossidabile Gappista sei infine diventato amico dei nostri ragazzi e ragazze, che mille volte, fino a una manciata di tempo fa, ti hanno ascoltato.
Hai raccontato cose grandi in maniera semplice. Con te, caro Giglio, si poteva pensare che essere partigiani antifascisti nel pieno della barbarie nazifascista fosse una cosa normale, quotidiana, autentica. Ed era, ed è giusto pensare così, perché per voi, per te e per i tuoi compagni partigiani e per tutti gli antifascisti era ‘normale’ essere così. Costava tanto, anche la vita, ma era normale, perché ne valeva la pena. Avete avuto il coraggio e la lucidità di testimoniare che ciò che non era normale era quel che circondava e pervadeva tutto, il regime fascista.
Quel vento sul tuo volto soffia ancora in profondità, nei cuori e nelle menti di ogni cittadino democratico, di ogni insofferente ai soprusi e alle tirannie, di ogni persona libera.
Desidero esprimere il cordoglio mio personale e dell’Amministrazione comunale alla signora Dea, per 65 anni moglie di Giglio, ai figli e agli altri famigliari, a quanti – tanti e di diverse generazioni – hanno conosciuto, amato e ammirato il nostro partigiano Alì.

Giglio Mazzi (foto Anpi)
Addio a un amico. L’istituto storico reggiano Istoreco si unisce al dolore di tutta la provincia per la morte di Giglio Mazzi, il 98enne partigiano Alì. Giglio è stato un grande protagonista della storia reggiana, dalla Resistenza a cui aderì giovanissimo sino ad oggi, come dirigente e come testimone.
Ma prima di tutto, per Istoreco è stato un amico. Un amico generoso, caro e prezioso. Nei decenni, in tante occasioni ha offerto la sua vitalità, la sua memoria, la sua voglia di raccontare e di sorridere, come uno dei nostri principali testimoni. Lo ha fatto in tante occasioni, con le scuole, con migliaia di ragazzi stranieri arrivati tramite i Sentieri Partigiani a Reggio, lo ha fatto in tanti luoghi. Quando veniva chiamato, Giglio era sempre disponibile e sempre pronto, impressionante per la su energia anche a 95 anni passati.
Un momento su tutti, lo vogliamo citare. L’aprile 2021. L’Italia era di nuovo chiusa per il Covid, festeggiare il 25 Aprile e ricordare la Resistenza in piazza non era possibile. Con il Comune di Reggio Emilia, abbiamo organizzato una video diretta dal luogo simbolo della città, la Sala del Tricolore, per far parlare i due testimoni più vitali e apprezzati, Giglio Mazzi e Giacomina Castagnetti. Amici da sempre, cresciuti a pochi km di distanza, compagni di impegno nella lotta resistenziale e nel dopoguerra, raccontarono a migliaia di persone collegate le loro esperienze di partigiani poco più che adolescenti. Giglio incantò tutti con la sua forza, quella forza che lo ha sempre accompagnato, nelle uscite, nelle feste, nei viaggi con l’amatissima moglie Dea, nelle escursioni in montagna a caccia e a funghi.
E lo ricordiamo anche ogni 28 luglio, alle Officine Reggiane, a ricordare l’eccidio del 1943, quando nove operai vennero uccisi dai militari. A manifestare, quel giorno, c’era anche Giglio. Di fronte, ha sempre raccontato, un suo ex insegnante. Quella data, come per tanti ragazzi reggiani, rappresentò la scintilla per armarsi e impegnarsi attivamente. Lui lo ha fatto a modo suo, con coraggio, nella maniera più pericolosa, come gappista impegnato in città in mille azioni pericolosissime. Poi raccontate con infinità umanità a migliaia di giovani. Era un amico vero, se lo chiamavi, non diceva mai di no.
Il messaggio dell’Anpi provinciale
Nella notte ci ha lasciato Giglio Mazzi, il partigiano “Alì”, ultimo combattente delle formazioni Gap reggiane (Gruppi di Azione Patriottica).
Ci ha lasciato anche un prezioso testimone che fino all’ultimo ha dialogato con gli studenti di tutta Italia per esprimere loro le idee, i sogni e le aspettative che, grazie alla lotta di Resistenza, sono diventati i principi fondamentali della nostra Costituzione.
Giglio Mazzi aveva compito 97 anni a febbraio ed era stato festeggiato da circa 200 ragazzi delle scuole medie inferiori sul palco del teatro Herberia di Rubiera. È stata la sua ultima conferenza davanti a centinaia di giovani che lo hanno applaudito come un eroe. Per i ragazzi Alì era un mito, una leggenda. Dopo tre ore passate a raccontare la sua storia e a rispondere a domande, gli studenti non volevano lasciarlo andare. Volevano saperne di più, volevano stringergli la mano, volevano fare un selfie con lui e pubblicare sui social la sua storia. Fino all’ultimo, anche quando le forze non erano più quelle di un tempo, il partigiano Alì ha saputo entrare nei cuori delle giovani generazioni come aveva fatto tante altre volte in questi decenni. Sì, perché Giglio ha sempre voluto raccontare, soprattutto agli studenti, come sono state la dittatura, la guerra, la Resistenza. Non ha mai nascosto nulla e ha cercato di spiegare con parole semplici l’importante ruolo della lotta partigiana. Andava fiero di ciò che aveva fatto per costruire un mondo di libertà, giustizia e democrazia. Per tutta la vita ha testimoniato il suo attaccamento ai principi costituzionali, nati dalle idee, dai valori e dalle ispirazioni emersi nella lotta di Liberazione.
Caratterizzato da una esuberanza sincera e libertaria, Giglio Mazzi è stato un esempio anche per chi giovane non è. Ci ha insegnato che la libertà si difende con il coraggio ma anche con il sorriso. Ci ha lasciato un insieme di ricordi bellissimi grazie ai suoi racconti che accompagnava sempre con una serenità e una pace interiore difficili oggi da trovare.
Ora, caro Alì, salutaci tutti i partigiani che ti hanno preceduto e che, come te, hanno contribuito a scrivere la nostra Costituzione versando il proprio sangue.
Non dimenticheremo una sola parola, un solo sguardo, un solo sorriso, una sola carezza. Grazie partigiano Alì.
L’ANPI si stringe alla famiglia in questo momento triste e lo ricorda a tutti con commozione.
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