REGGIO EMILIA – La notizia della morte di Germano Nicolini, il partigiano Diavolo, ha suscitato un vasto cordoglio anche nelle istituzioni.
Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi
Ciao Germano, ciao Comandante Diavolo. Ci hai lasciato a 100 anni, in un momento difficilissimo della storia contemporanea, tu che più di altri sei stato testimone, anche personale, della fatica, della sofferenza, del sacrificio che un intero popolo ha dovuto affrontare per conquistare la libertà, la democrazia e soprattutto la giustizia.
Saluto commosso Germano Nicolini, comandante partigiano, sindaco di Correggio dopo la Liberazione, accusato ingiustamente di aver assassinato nel ’47 Don Pessina, condannato all’ergastolo e riconosciuto innocente soltanto 40 anni dopo.
La storia personale e politica di Germano restano una pietra angolare della costruzione della democrazia italiana e della comunità emiliana.
La sua lucida testimonianza a migliaia di giovani dei valori e principi a cui è sempre stato fedele rappresentano uno straordinario contributo civile e morale di cui dobbiamo raccogliere il testimone, anche in anni difficili come questi, per continuare a dare speranza e futuro a quelle virtù.
C’è una cosa che mi sempre colpito nelle sue parole e nella sua testimonianza, era la fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, lui che aveva vissuto l’ingiustizia anche dovuta al mal funzionamento talvolta delle istituzioni. Quella sobrietà con cui raccontava la sua vita passando da quei momenti è stata per migliaia di giovani una testimonianza di integrità morale, di forza interiore, che restituiva ogni volta a ognuno di noi quella speranza e quella fiducia che lui aveva sempre intestato alla sua generazione, quella degli antifascisti e dei partigiani. “Noi sognavamo un mondo diverso, un mondo di libertà, un mondo di giustizia, un mondo di pace e un mondo di fratellanza e di serenità.” “La democrazia si costruisce sull’uguaglianza: se prevale l’individualismo tutto è perduto.”
In questo giorno triste voglio mandare un abbraccio al figlio Fausto e all’intera famiglia Nicolini.
Ciao Diavolo, Reggio Emilia non abbandonerà la strada che ci hai indicato.
Maria Edera Spadoni, deputata del Movimento 5 Stelle
Ci ha lasciato Germano Nicolini, partigiano e comandante del terzo battaglione della 77ª Brigata SAP “Fratelli Manfredi”. Un protagonista della Resistenza italiana e una grande perdita per la comunità reggiana. Ciao Dièvel, che la terra ti sia lieve.
Il Pd di Reggio Emilia
Gigliola Venturini, segretaria provinciale ad interim: Il Partito Democratico di Reggio Emilia e tutti i democratici e antifascisti reggiani si inchinano e rendono onore al comandante partigiano della battaglia di Fosdondo, al sindaco di Correggio e all’uomo che ha vissuto, sofferto e operato con straordinario coraggio, rigore e coerenza coi suoi sentimenti democratici. Tutta la sua lunga vita è una testimonianza di valori civili politici e morali,oltre ogni bandiera ed è una eredità di tutti. Ha interpretato i più veri valori della Resistenza e della Costituzione della Repubblica, per un intero periodo storico, fino a diventare un simbolo per i giovani e per chi crede nella libertà,nella giustizia e nei valori della persona. Lucido e attento osservatore della realtà sociale e politica fino all’ultimo Nicolini ci ha sempre consegnato, attraverso le sue parole il valore profondo e costante della memoria come fondamento del coraggio civile. Ci sarà tempo per ricordarlo ripercorrendo le tappe della sua vita e il suo contributo alla comunità reggiana e nazionale. Oggi vogliamo sottolineare la sua attenzione verso le giovani generazioni che hanno trovato presso di lui sempre la porta aperta e un maestro da cui apprendere il come e il perché scegliere un campo, quello della giustizia sociale e della difesa delle libertà sempre. A nome della comunità del PD di Reggio Emilia esprimo condoglianze e vicinanza alla famiglia.
Ilenia Malavasi, sindaco di Correggio: Non avrei mai voluto arrivasse questo giorno. Ci ho pensato spesso, ero certa che non avrei trovato le parole giuste per salutarti. Ed è così. Parlare con te, ascoltarti, guardare la luce nei tuoi occhi è sempre stato un grande privilegio. Sei stato un esempio di umanità, integrità, coerenza e fedeltà ai ideali che ti hanno sempre guidato, nei giorni della resistenza, negli anni dell’ingiustizia e nel tempo della libertà ritrovata. Sei stato un uomo straordinario, con cui la vita non è stata sempre gentile, ma la hai sempre affrontata con fierezza, coraggio e dignità, tu che hai regalato a tutti noi la libertà. Fai buon viaggio Comandante Diavolo! Ti abbraccio.
Riccardo Ghidoni, segretario provinciale dell’organizzazione giovanile: Tutti noi abbiamo conosciuto Germano Nicolini grazie alla sua opera di testimonianza. Tutti noi lo abbiamo ascoltato. Oggi perdiamo una voce ci sferza a riflettere e ragionare con la nostra testa, a scegliere, a prendere posizione, ad esprimersi e a spendersi per quella parte che promuove e difende la libertà, la giustizia sociale, la solidarietà e la pace tra le genti. Trascorrono gli anni, possono cambiare i contesti storici e sociali, ma non cambia il punto di vista con cui guardi il mondo e il pensiero per cui agisci nella politica e nella società. Grazie per il mondo che ci hai consegnato, ti salutiamo come tu ci salutavi: con il cappello alzato.
Andrea Costa, consigliere regionale ed ex segretario provinciale PD: Se n’è andato Germano Nicolini, il comandante ‘Diavolo’. Aveva 100 anni e non un solo giorno della sua complessa e appassionata esistenza si è sottratto dalla testimonianza di quei valori e principi che dovrebbero guidare l’operato di ciascuno nella realizzazione di un mondo migliore. Incontrarlo è stato per chiunque un momento di straordinaria emozione. Non era un privilegio per pochi perché Germano è sempre stato a disposizione di chiunque avesse la voglia di conoscere, di chiunque avesse voglia di scaldarsi al calore della sua passione civica, democratica, di libertà. Oggi fa più freddo per tutti quelli che credono che nel mondo ci sia una parte giusta per la quale schierarsi di fronte ai tornanti della storia. Un abbraccio alla sua famiglia, perché Germano non era solo lo straordinario protagonista di un pezzo della storia di questo Paese, ma anche un padre, un marito. Gli sia lieve la terra.
Federico Amico, consigliere regionale di ER-Coraggiosa
Germano Nicolini lascia un vuoto immenso. Ricordiamo con gratitudine e commozione un uomo che non ha mai rinnegato i propri ideali, anche nei momenti più difficili. La sua scomparsa ci richiama all’impegno di continuare a percorrere la strada dell’antifascismo e della memoria perchè come ci ha insegnato, «La democrazia non è una conquista certa per sempre, va coltivata e devono esserne sostenuti i principi, giorno dopo giorno, non solo negli enunciati ma anche e soprattutto nei comportamenti». Il suo esempio resterà la nostra guida. Salutiamo un antifascista, un democratico, un partigiano resistente e un correggese dalla testa quadra.
Fausto Giovanelli, ex senatore, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano
Abbiamo perso Germano Nicolini. Rimane a tutti, fortissima, l’eredità della Sua vita e della Sua persona: l’uomo, il partigiano, il sindaco, il padre di famiglia, il cittadino sempre partecipe, il maestro di resistenza, di rigore e di coraggio. Tutto il suo cammino – nelle parti più dolorose come in tutte le altre – è testimonianza di valori civili senza tempo, di parte e al tempo stesso oltre le bandiere. Averlo incontrato personalmente e avere incrociato la sua vita è stata un’esperienza indimenticabile. È un onore aver conosciuto Lui e la sua straordinaria famiglia. Desidero esprimere tutta la mia vicinanza.
Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi
Carissimo Fausto, siamo vicini a te e alla tua famiglia con grande affetto.
Tutta la vita di tuo padre Germano è una lezione morale, civile e democratica per tutti noi e per le generazioni a venire.
Il suo legame profondo con la verità, la libertà della coscienza, la responsabilità verso gli altri, verso le istituzioni e verso la Repubblica sono un patrimonio che vogliamo custodire per sempre.
Addio, Germano. Grazie per quello che sei stato e quello che continuerai ad essere.
Un grande abbraccio
Dario De Lucia, consigliere comunale del Pd a Reggio Emilia
Nicolini eroe partigiano dalla schiena dritta, Reggio Emilia saprà onorarlo. Nicolini era cattolico e comunista, e in un’Emilia divisa e lacerata dopo la guerra di Liberazione non piaceva né a i cattolici né ai comunisti e divenne un facile capro espiatorio. L’accusa infamante dell’omicidio di un parroco, proprio a lui che dopo la guerra come segretario dell’Anpi della sua Correggio volle aprire «una mensa del reduce» accogliendo sia partigiani che ex-fascisti che non si fossero macchiati di crimini, proprio lui che nella fermezza delle regole e della pace sociale si oppose alla giustizia sommaria del post guerra ai danni degli ex fascisti. Fascisti che durante la guerra di Liberazione sconfisse più volte da comadante della 77esima brigata Sap “Fratelli Manfredi”, partecipò a tredici scontri a fuoco e a due battaglie in campo aperto, quelle di Fabbrico e di Fosdondo contro i nazifascisti, riportando due ferite.
Quel che è sicuro Nicolini ha passato dieci anni in galera da innocente ma non ha smesso un secondo di essere un comandante come quando sconfiggeva i fascisti sul campo. Questi esempi di condotta morale sono importanti, sopratutto ora che gli ultimi testimoni diretti di memoria ci stanno lasciando. Si dice infatti che quando muore un partigiano il mondo diventa più povero, con Nicolini abbiamo perso tantissimo perchè con la storia era anche un simbolo di forza, dignità e correttezza morale per tante generazioni qui in Emilia e in Italia.
Le mie condoglianze vanno al figlio Fausto e alla nipote Francesca. Con la promessa che Reggio Emilia saprà onorare Germano Nicolini come si conviene alle persone importanti della comunità che hanno sempre tenuto la schiena dritta.
Istoreco
Un grande testimone della storia reggiana e italiana, una rappresentazione vivente dell’impegno, delle tensioni ideali e delle vicende politiche che hanno segnato il ‘900 nella nostra terra. Una figura di riferimento, come le altre donne e gli altri uomini che con lui hanno condiviso la Resistenza e ce l’hanno raccontata e testimoniata, a cui abbiamo detto grazie e a cui dobbiamo continuare a dire grazie, con l’impegno concreto nel portare avanti il lavoro culturale ed educativo sulla memoria e sulla storia. In questo momento difficile, ci stringiamo alla famiglia Nicolini e ancora una volta ringraziamo il Diavolo.
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