REGGIO EMILIA – Dolore e rabbia, nelle parole del comunicato della federazione provinciale del sindacato generale di base, ma anche numeri e dati: a Reggio Emilia è avvenuto il 50% degli infortuni sul lavoro mortali che si sono registrati in Emilia Romagna dall’inizio dell’anno. Tre sui sei totali, secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro, ed esclusi i decessi per Covid 19 già avvenuti o che purtroppo avverranno tra i sanitari.
La nota del sindacato si aggiunge a quella congiunta di Cgil, Cisl e Uil dopo l’ultima di queste morti bianche reggiane: quella del 52enne Bouna Seye, investito da un camion guidato da un collega alle 13 di ieri a Quattro Castella.
I due, dipendenti della Mendicino Antonio trasporti associata Transcoop, che lavora in appalto per Iren, stavano compiendo il giro verde. Bouna Seye era addetto a raccogliere i sacchi con gli sfalci mentre il collega rimaneva al volante del mezzo. Non è ancora chiaro se la vittima fosse dietro al mezzo, sul predellino, o di fianco. Non si sa se sia caduto. E’ stato travolto dal mezzo, morendo sul colpo. La sua salma è a disposizione della procura mentre verranno controllati i dispositivi di sicurezza del mezzo.
Il 52enne viveva nel reggiano da quasi 20 anni, da non molto tempo era impiegato per la ditta di trasporti. La sua famiglia è in Senegal. I sindacati chiedono “chiarezza” e l’accertamento di eventuali responsabilità. L’Sgb parla senza mezzi termini di “bollettino di guerra, nell’indifferenza totale della politica e delle istituzioni. A uccidere le lavoratrici e i lavoratori – continua la nota – sono le logiche del profitto, dello sfruttamento, del ricatto, della precarizzazione, degli appalti al massimo ribasso e della svendita di salari, diritti e salute”.
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