VAL D’ENZA (Reggio Emilia) – Sono a disposizione della magistratura all’obitorio di Coviolo le salme di Manuele Cilloni e Daniele Scalabrini, i giovani motociclisti morti ieri a distanza di poco più di un’ora tra Quattro Castella e Cavriago.
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Manuele e Daniele. Un venerdì pomeriggio, di quelli in cui si pregusta il fine settimana di sole e d’estate. Rumore di lamiere accartocciate alle 15, e poi di nuovo alle 16.30. Quattro Castella, e dopo Cavriago. Non si conoscevano, Manuele Cilloni e Daniele Scalabrini, ma nel giro di poco più di un’ora sono sono andati incontro allo stesso destino, uniti da quel volo della loro moto. La Val d’Enza piange due giovani uomini di 30 e 27 anni che ieri erano in sella alla loro passione. Nello schianto di via Circonvallazione a Quattro Castella sono rimasti coinvolti anche un automobilista e un ciclista: secondo i primi accertamenti della polizia stradale, Manuele era in coda e poi avrebbe deciso di sorpassare. Cosa che in quel momento ha provato a fare anche il conducente della vettura, di 73 anni. C’è stato lo scontro, il centauro è finito violentemente a terra, la sua moto invece non si è fermata e a mo’ di proiettile ha travolto il ciclista di 53 anni procurandogli ferite serie. Intanto Manuele finiva contro il guard rail: nulla da fare.
Anche Daniele non è stato condotto in ospedale: a lungo i sanitari inviati dal 118 hanno tentato di rianimarlo, tra via Roncaglio e via Sauro, a Cavriago, un punto della provinciale 28 che chi vive lì definisce “maledetto”, ma non è servito. Sono intervenuti i carabinieri: pare che la causa dello schianto sia stata una mancata precedenza. Daniele Scalabrini si è scontrato con un uomo di 31 anni alla guida di un furgoncino, ora in condizioni piuttosto gravi al Santa Maria Nuova, ed è stato sbalzato per decine di metri.
“I successi migliori arrivano dopo le più grandi delusioni”, scriveva Daniele sulla sua pagina Facebook, pochi mesi fa. Viveva con la famiglia a Cavriago, aveva lavorato alla Kohler e alla Lapi Plast. “Gli abbracci li porto io per quando avremo freddo”: citava una poesia Manuele, che abitava a San Polo ed era cuoco della Cir. “Ciao Manu”, “Ciao Cillo”, hanno scritto gli amici nelle ultime ore. Le loro salme sono entrambe a disposizione della magistratura.
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