REGGIO EMILIA – “Abbiamo raccolto soprattutto indumenti e sono pronti a partire a bordo di un camion, ma non è ancora partito perché non ci sono le garanzie che il materiale arrivi in Siria, manca un progetto di cooperazione internazionale, finora gli aiuti sono tutti concentrati in Turchia, ma il popolo siriano non ha eguale dignità”.
E’ un grido di dolore per la sua terra e il suo popolo quello che si eleva dalla voce di Jean Bassmaji, 73 anni, medico in pensione, origini siriane, a Reggio dal 1965 dove è stato in servizio per il nostro sistema sanitario per ben 42 anno. E’ l’anima dell’associazione di Amar costruire solidarietà, nata nel 2017 con l’obiettivo di portare aiuti al popolo siriano straziato dalla guerra civile.
Bassmajii è in contatto continuo con il fratello che vive ad Aleppo, città che dopo i bombardamenti degli anni scorsi ora è stata colpita duramente dal terribile sisma. “Ad Aleppo la temperatura scende anche fino a -2 gradi, tanti palazzi sono crollati, anche quelli che erano stati costruiti dopo la guerra, la gente è in strada”.
Gli aiuti inviati negli anni scorsi, tra cui attrezzature mediche erano state inviate via nave, ma i tempi sono lunghi: “Con la nave ci vogliono almeno 4 mesi, ma la gente ha bisogno subito”.
Il materiale raccolto nelle ultime ore ha bisogno di essere inviato su camion, ma il rischio è che non passi alla frontiera turca per mancanza di un progetto di solidareità e cooperazione internazionale.
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