CASINA (Reggio Emilia) – Si è conclusa con la richiesta, da parte dell’avvocato Alessandro Sforza del foro di Roma, della “messa alla prova” del proprio assistito la prima parte dell’udienza preliminare riguardante la vicenda della morte di Walter Fornaciari. Parliamo del 46enne di Casina che il 26 ottobre dello scorso anno era stato trovato a terra privo di sensi ed era poi morto al Maggiore di Parma dopo dieci giorni di agonia.
Emerse che quel trauma cranico fu la conseguenza di una caduta frutto di un litigio con un gruppo di giovanissimi del paese. Un 16enne è stato indagato per omicidio preterintenzionale, un altro ragazzino per falsa dichiarazione e spaccio. Oggi, entrambi sono comparsi in aula a Bologna davanti al gip del Tribunale dei Minori. L’imputato principale ha ammesso di aver dato un pugno a Fornaciari durante questo litigio. Il 46enne sarebbe quindi caduto e non si sarebbe più rialzato nonostante i tentativi di aiutarlo, hanno detto i ragazzi.
La messa alla prova consiste in un periodo di attività sociali ed educative da intraprendere sotto la sorveglianza dei servizi sociali. “Il giudice è riuscito a far comprendere al mio assistito la gravità del fatto; lui è consapevole, non ci dorme la notte. Ma è stato un incidente”, ha detto l’avvocato Sforza. Il gip deciderà il 31 gennaio 2023.