REGGIO EMILIA – Alle 18.13 del 19 dicembre la Corte d’Assise di Reggio ha emesso il dispositivo della sentenza di primo grado del processo per l’omicidio di Saman Abbas: ergastolo per madre e padre, 14 anni allo zio Danish Hasnain, assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, di cui è stata ordinata l’immediata liberazione.
I genitori della ragazza – la madre, lo ricordiamo, è tuttora latitante in Pakistan – sono considerati i mandanti del delitto. Per loro la procura aveva chiesto l’ergastolo, ottenendo un accoglimento quindi da parte della Corte d’Assise. Era stata di 26 anni di carcere la richiesta per lo zio paterno della ragazza, considerato l’esecutore materiale dell’omicidio, colui che avrebbe soffocato la 18enne probabilmente a mani nude, ma anche colui che ha collaborato con la giustizia rivelando dove si trovasse il corpo della ragazza, rimasto sepolto per oltre un anno e mezzo in una buca scavata in un casolare abbandonato a 700 metri da quella che era stata la sua casa. Per lui è caduta l’aggravante della premeditazione.
Anche per i cugini erano stati chiesti 26 anni: la procura li accusava di aver fatto parte del piano premeditando il delitto assieme agli altri famigliari e di aver collaborato nell’occultamento del cadavere. La decisione a loro carico, ovvero l’assoluzione, è quella che farà maggiormente discutere in attesa di leggere le motivazioni della sentenza.
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