REGGIO EMILIA – Un processo che si apre a oltre tre anni di distanza dalla tragedia. E’ il procedimento giudiziario per la morte di due persone che stavano assistendo al Rally dell’Appennino Reggiano, un fatto accaduto il 28 agosto del 2021 a Riverzana di Canossa.
A perdere la vita furono, in quella circostanza, Davide Rabotti, 21enne reggiano studente di Ingegneria informatica a Unimore, e Cristian Poggioli, 35enne modenese di Lama Mocogno, commerciante. L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Valentina Salvi ha portato all’imputazione di nove persone accusate a vario titolo del reato di omicidio colposo. Si tratta di tutti coloro che rivestivano ruoli nell’organizzazione e nella gestione della manifestazione motoristica: il legale rappresentante dell’associazione promotrice della competizione, il direttore di gara, il supervisore tecnico, i piloti apripista che avrebbero dovuto segnalare i punti ritenuti pericolosi, il commissario di gara e il responsabile dell’allestimento del percorso stesso.
L’incidente si verificò nel corso della mattinata, poco dopo le 9.30: le due vittime si trovavano su una collinetta nei pressi di una semicurva del tracciato e, secondo quanto ricostruito, una vettura in gara, una Peugeot 208, a forte velocità, dopo aver perso il contatto con la superficie stradale, era piombata addosso ai due giovani. Quella collinetta, secondo le accuse, non sarebbe stata individuata né indicata come punto pericoloso, tanto da essere classificata come “zona di seconda fascia”, ossia un luogo dove il pubblico poteva andare.
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