SAN POLO D’ENZA (Reggio Emilia) – E’ stata eseguita l’autopsia sul corpo della piccola Leila Kurti, la bambina di 6anni di San Polo morta in seguito ad un incidente stradale avvenuto a Bologna a metà giugno. La procura vuole fare luce su ogni aspetto legato alla dinamica dello schianto e alla responsabilità di tutte le persone coinvolte. In due sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio stradale: il padre Gentjian, che guidava l’auto a bordo della quale si trovava la bambina e il conducente della vettura che ha tamponato la famiglia Kurti.
Lo schianto è accaduto il 14 giugno lungo la tangenziale del capoluogo emiliano. Leila era con il padre e la sorellina: i tre erano diretti in aeroporto per partire alla volta dell’Albania per una vacanza. La madre, dipendente di un ristorante, era rimasta a casa per impegni di lavoro. Secondo la testimonianza del papà, i Kurti erano fermi per un incidente quando sono stati colpiti da dietro da un’altra vettura e si è innescata una carambola di tamponamenti. Le condizioni di Leila sono apparse subito disperate: la bimba è stata ricoverata all’ospedale Maggiore e non si è mai più ripresa. Dopo 18 giorni il decesso.
La notizia ha colpito molto la comunità di San Polo, dove Gentjan, 42 anni, titolare di una stazione di servizio ed ex consigliere comunale, è molto conosciuto. Una famiglia che sta affrontando un altro terribile lutto, dopo la morte di un altro figlio di 5 anni una decina di anni fa per gravi problemi di salute. Poi l’iscrizione del 42enne nel registro degli indagati. “Un atto dovuto, perché la bambina era in auto con lui”, dice il suo legale Davide Martinelli. La procura ha disposto anche il sequestro dei mezzi coinvolti nell’incidente. Dopo l’autopsia sarà rilasciato il nulla osta per i funerali.
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