MONTECCHIO (Reggio Emilia) – “Chiediamo alla comunità di avere rispetto delle strutture esistenti e noi cercheremo di fare qualcosa di nuovo e di buono”, dice l’Assessore a bilancio, sport e salute del Comune di Montecchio Stefano Ferri.
Si apre così l’incontro tra alcuni componenti della giunta, le forze dell’ordine e i rappresentanti delle scuole. Tre livelli istituzionali a confronto per capire e fermare i comportamenti a danno della comunità, come i recenti atti di vandalismo nel parco di via Chierici, nel piazzale della chiesa della Madonna dell’Olmo e nel centro sportivo Notari, dove si sono verificati diversi danneggiamenti. Il giudizio del sindaco Fausto Torelli è chiaro: “Rigettare quelle che sono le forme di bullismo o di sopraffazione che sfociano poi con situazioni come quelle che hanno interessato il nostro comune. Un vandalismo inutile e stupido su beni della collettività”.
“Siamo sulla buona strada nell’identificazione dei responsabili, le forze dell’ordine stanno facendo un ottimo lavoro – interviene Roberta Dieci, vicesindaco di Montecchio – La nostra amministrazione ha già in programma di istituire un regolamento nel quale saranno previste delle sanzioni amministrative aggiuntive, quindi oltre al risarcimento dei danni e alle denunce in sede penale ci saranno anche delle sanzioni speciali date dal nostro comune per questi vandalismi”.
Il lavoro per identificare i responsabili degli atti vandalici continua e dopo la conta dei danni è nata l’idea di un nuovo progetto educativo che ha già coinvolto alcune classi di studenti. Il progetto “Cultura della legalità” organizzato dai carabinieri, è partito dalle scuole medie Zannoni e proseguirà alla Silvio D’Arzo nelle prossime settimane. Legalità ambientale, sicurezza stradale e bullismo sono alcuni dei temi trattati. “Nel corso dell’incontro che è stato fatto alle scuole abbiamo dichiarato che le porte del comune sono aperte ai ragazzi”, prosegue Dieci.
La dirigente scolastica Elena Viale sottolinea invece quanto sia importante intervenire su studenti nelle fasce d’età più esposte a situazioni nuove e poco controllabili e mette in evidenza il ruolo educativo della scuola: “Il progetto si rivolge principalmente alle classi della secondaria di primo grado e in particolare le classi seconde e terze che vedono i soggetti più a rischio. La scuola, in collaborazione con la famiglia e con l’amministrazione deve costruire quell’alleanza educativa che possa dare significato all’esperienza dei giovani per fargli capire qual è il senso del limite. Molto spesso ai nostri ragazzi manca questo aspetto”.
Laura Chiari
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