REGGIO EMILIA – Vince la Francia che ha tagliato il traguardo del circuito Enzo e Dino Ferrari con Julian Alaphilippe, vincono Imola e l’Emilia Romagna, che hanno avuto gli occhi del ciclismo e dello sport internazionale puntati addosso. E un po’ vince Reggio Emilia: “Una grande soddisfazione per la Regione aver portato un mondiale di ciclismo in un anno particolare – sottolinea il reggiano Giammaria Manghi, capo della segreteria politica del presidente della regione Stefano Bonaccini – in cui la stessa regione era teatro di grandi eventi, come il motomondiale e il mondiale di formula uno”.
Manghi ha curato l’intera organizzazione dell’evento che l’Uci, l’unione ciclistica internazionale, ha attribuito a Imola, dopo l’annullamento delle gare in Svizzera a causa della pandemia. Era soltanto fine agosto, un mese fa. “Da li è cominciato un lavoro serrato, con l’asfaltatura delle strade, la costituzione del comitato organizzatore, l’organizzazione degli eventi collaterali, il piano di comunicazione e tutto ha significato il mondiale”.
Quattro giorni di gare, che hanno visto l’Italia correre più veloce con Filippo Ganna, vincitore della cronometro. Nella gara regina, lungo il tracciato disegnato sulle colline romagnole, dove in ogni angolo si celebra Marco Pantani, hanno corso tra gli altri lo sloveno Pogacar, fresco vincitore del Tour del france, il capitano Vincenzo Nibali e i ragazzo della nazionale italiana di Cassani. Ma non c’è solo il ciclismo: a Misano per due volte hanno già sfrecciato i campioni del motomondiale, tra un mese toccherà alle monoposto di Formula uno. “Un risultato straordinario per la regione e per l’Italia, lo sport come strumento di valorizzazione territoriale“.
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