BOLOGNA – Modena ha l’aria peggiore dell’Emilia Romagna e tra le peggiori in Italia, assieme a Milano, Torino ma anche Padova e Asti. Questo uno dei dati emersi dal rapporto di Legambiente “Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi” sull’inquinamento nel Paese nel 2022. Sono state 29, su 95, le città che hanno superato i limiti giornalieri di 50 microgrammi al metro cubo di Pm10. Molte di queste sono in Emilia Romagna. A Modena la media annuale di superamento è stato di 33, con un picco di 79 nella centralina di via Giardini. Segue Reggio Emilia, con la media di 32, Parma e Piacenza 30 e 31 e Bologna 25. Tutte hanno rispettato il limite dei 35 sforamenti annuali, ma per Legambiente non basta a garantire la salute dei cittadini: i 52mila i decessi per Pm2,5 in Italia ogni anno. E comunque, quando dal primo gennaio 2030 entreranno in vigore i nuovi limiti previsti dalla Direttiva europea sulla qualità dell’aria, in Emilia Romagna gli sforamenti lieviteranno perchè, ad esempio per le polveri sottili, la soglia si abbasserà da 50 a 20 microgrammi. Secondo Legambiente Modena e Reggio per rientrare nei parametri dovrebbero diminuire lo smog del 40% circa, Bologna “solo” del 20%. D’altronde, in dieci anni la città della Ghirlandina è riuscita a diminuire le Pm10 solo del 3%, quella del Tricolore solo del 2% come il capoluogo di regione. Città come Modena, quindi, potrebbero impiegare 40 anni per rientrare nei nuovi limiti, spiega Legambiente. Che suggerisce anche la strada da seguire: più trasporto pubblico, più ciclabili, più veicoli a emissioni zero ma anche un cambio di passo per il riscaldamento troppo dipendente dal gas.
E a Parma, Reggio e Modena da domani tornano in vigore le misure emergenziali antismog: nuovo stop ai diesel Euro 5.