CORREGGIO (Reggio Emilia) – Il comparto della moda è in forte difficoltà a causa del conflitto in Ucraina. Per la Marex, casa di moda correggese fondata da Angelo Marani, il mercato dei Paesi dell’ex Urss rappresentava un 25% del fatturato.
“La prima cliente dei Paesi dell’ex Urss era di Kiev – ha raccontato Giulia Marani, stilista e imprenditrice di Marex Srl – dagli anni ’90 è ancora cliente; la seconda di Mosca, abbiamo clienti molto affezionati”. Amanti del Made in Italy e della sua qualità, i clienti russi, ucraini e dei Paesi dell’ex Unione Sovietica rappresentano per la Marex una buona fetta di mercato.
Un fatturato che si attestava – pre Covid – intorno ai 4 milioni di euro. Ora, l’azienda, portata avanti dalle figlie Giulia e Martina e dalla moglie Anita, ha in magazzino capi d’abbigliamento prodotti per i clienti di quei Paesi per circa 350mila euro: impossibile, per le boutique dell’Ucraina e della Russia, ritirare la merce. “Sono nei rifugi, non pensano certo ad aprire i negozi. I russi vorrebbero ritirare, ma con le sanzioni non riescono a pagare o a ritirare la merce”, ha aggiunto Giulia Marani.
Dello stesso valore circa la produzione per la prossima stagione. La Marex, infatti, prima che scoppiasse il conflitto aveva già raccolto gli ordini: “Loro hanno riposto fiducia in noi e noi siamo fiduciosi che la situazione si risolva, quindi abbiamo comunque mandato in produzione gli ordini”. A questo si aggiungono i costi quintuplicati dell’energia e delle materie prime, anche se gran parte delle stoffe utilizzate dalla maison di Correggio per fortuna proviene dall’Italia. “Per non far ricadere gli aumenti tutti sui clienti, stiamo cercando di contenerli”.
Reggio Emilia Correggio moda Marex guerra in ucraina