REGGIO EMILIA – Erano i migliori anni della nostra vita. Forse perché eravamo bambini, forse perché il calcio era un gioco prima che un business, forse perché tutto tendeva al progresso o forse semplicemente perché erano anni belli e basta.
E in quei decenni dal 1961 fino al 1988, una famiglia di Modena formata da una mamma vedova e da 8 figli ha reso l’infanzia di tantissimi fanciulli e di altrettanti papà più bella con delle figurine, tranne quella di Pizzaballa che non si trovava mai.
Leo Turrini ha raccontato in un libro questa epopea, iniziata in un’edicola di Modena e diventata talmente conosciuta da varcare i confini di tutti i continenti. “Hanno saputo creare tutto quanto hanno realizzato in un contesto difficilissimo – ha commentato l’autore del libro – Quindi questa storia diventa, se vogliamo, anche un modello di speranza”.
Grazie all’organizzazione della libreria dell’Arco, ai chiostri di San Pietro con Turrini c’era anche Francesco Romano, un reggiano che è finito sull’album Panini a fianco della figurina di Maradona: “Io non le ho conservate – ha detto a Tg Reggio – ma basta andare a casa di mia mamma e ci sono tutte”.
Oggi la famiglia Panini, composta da quasi 100 cugini che a Natale si ritrovano tutti, non è più proprietaria dell’azienda, ma i discendenti dei fondatori portano con orgoglio il cognome. “Eravamo molto popolari a scuola – ha ammesso Antonio Panini, anch’egli presente in sala – quando eravamo bimbi, perché aveva sempre un po’ di figurine in tasca e quindi eravamo amici di tutti”.
I calciatori sono miti anche oggi ma coi tempi che corrono, chissà, se ci fossero i fratelli Panini darebbero vita ad un album con le figurine dei virologi?

Il pubblico presente in sala ai Chiostri (foto Reggionline)