REGGIO EMILIA – Quello conclusosi allo stadio “Rigamonti” di Brescia ieri sera, con una sconfitta ininfluente per 2-1, è stato uno dei campionati più iconici nella storia recente della Reggiana. Una stagione che fa capire perché lo sport sia maestro di vita.
Nel campionato granata c’è infatti un po’ di tutto: dalla leggerezza della prima parte, con sguardo sulle posizioni nobili della classifica, ai mesi disastrosi di inizio 2025, con la squadra sempre più avvitata su se stessa e un allenatore, Viali, che ha progressivamente perso il polso della situazione. Con i granata nel baratro, virtualmente retrocessi e con un calendario davvero improbo, a fine marzo la società decide per l’esonero di Viali e firma Davide Dionigi. Dopo le prime sconfitte contro corazzate quali Cremonese e Pisa, la squadra, un po’ alla volta, inizia a girare e inanella quelle quattro vittorie consecutive contro Cittadella, Modena, Spezia e Juve Stabia che significano salvezza matematica senza playout.
E’ un miracolo sportivo, poiché una sola squadra prima d’ora, negli ultimi dieci campionati cadetti, era riuscita a salvarsi partendo dalla penultima posizione a cinque giornate dalla fine: il Cosenza della stagione 19-20. L’artefice di questa impresa ha un nome e un cognome: Davide Dionigi, reggiano doc che ha saputo cambiare pelle al gruppo, che da impaurito e totalmente in balia degli eventi è tornato a essere coeso e coraggioso in campo. Ieri, giustamente, Dionigi ha lasciato spazio a chi ha giocato meno in stagione, ma puntando comunque alla vittoria: “Abbiamo fatto un’ottima partita contro un Brescia con grandi motivazioni. Sarebbe stato più giusto il pari, ma va bene così”.
Protagonista, ma a Reggio è un’abitudine, il pubblico, che anche a Brescia non ha fatto mancare il proprio apporto. “Sono stati fantastici, ma anche qui abbiamo onorato la maglia. Adesso, però, abbiamo bisogno di riposo, perché questo mese e mezzo è durato come un anno intero”. Il fatto che ai playout siano andate formazioni quali Frosinone e Salernitana, con addirittura la Sampdoria retrocessa in C, dà davvero la misura del capolavoro compiuto da Rozzio e compagni.
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