REGGIO EMILIA – Un’altra storia a lieto fine, di quelle che ci piacciono raccontare soprattutto in un periodo così negativo. La protagonista è una neonata, Giada, nata 6 mesi fa dopo 22 sole settimane di gravidanza. All’epoca, in pieno inverno, pesava solo 500 grammi e ora, dopo sei mesi di terapia intensiva neonatale, è stata dimessa in buona salute.

La piccola Giada con la famiglia e il personale del reparto di Neonatologia del Santa Maria
La sua voglia di vivere e il grande lavoro svolto dall’equipe medica del reparto di Neonatologia dell’ospedale Santa Maria Nuova hanno compiuto quello che, senza paura di essere sconfessati, si può a ben donde chiamare “miracolo”. La nascita a 22 settimane di gravidanza, infatti, raramente consente la sopravvivenza, che viene riportata in Italia in pochissimi casi nei quali, peraltro, i corollari sono patologie croniche invalidanti. Non a caso, la maggior parte delle raccomandazioni delle società scientifiche indicano infatti proprio nelle 23 settimane il limite inferiore di sopravvivenza.
“La piccola è nata a Capodanno e ha mostrato fin da subito la sua grande voglia di vivere – ha spiegato Giancarlo Gargano, direttore della terapia intensiva neonatale del Santa Maria – Ci è sembrato un segnale importante, dopo un pesantissimo 2020, iniziare l’anno nel segno della vita che si rinnova e manifesta la sua forza. Siamo orgogliosi e felici di aver accompagnato lei e i sui genitori in questi mesi difficili e di poterla mandare a casa oggi in perfetta salute.
Durante la degenza, Giada ha presentato un decorso clinico comune a molti grandi pretermine con numerose complicanze che hanno reso travagliato il suo percorso: insufficienza respiratoria e ipertensione polmonare; pervietà del dotto arterioso che ha richiesto un intervento cardio-chirurgico effettuato in incubatrice da un apposito team giunto da Bologna; una retinopatia per cui sono stati effettuati interventi oculistici che hanno coinvolto vari professionisti della struttura ospedaliera affiancati dai neonatologi. Tutte le gravi complicanze sono state affrontate con tenacia dalla bimba e dalla sua famiglia. Una storia che conferma l’ottima assistenza perinatale offerta nella nostra provincia e testimonia l’integrazione esistente tra Ostetricia e Neonatologia, indispensabile premessa per il perseguimento di buone performance perinatali”.
“Questi risultati sono possibili solo grazie a un costante lavoro di squadra – ha aggiunto Monica Miari, coordinatrice infermieristica della Neonatologia – ma è anche fondamentale l’alleanza terapeutica che riusciamo a realizzare con la famiglia, che deve divenire, fin dalle prime fasi, parte integrante dell’assistenza; proprio come fatto nel caso di Giada, in cui le infermiere sono state bravissime a coinvolgere fin dall’inizio i genitori nella cura della loro piccola”.
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