REGGIO EMILIA – “Mio figlio era una persona normalissima. So solo una cosa: mio figlio stava chiedendo aiuto”. Non riesce a darsi pace Alfonsina Serrapica, madre del 42enne Claudio Citro, deceduto lunedì dopo aver ricevuto una scarica di taser dagli agenti della questura intervenuti dopo che l’uomo aveva seminato il panico nella frazione di Massenzatico.
La donna, intervistata a Mattino Cinque, la trasmissione di Mediaset, racconta la propria versione dei fatti. “Mio figlio ha avuto problemi con la giustizia, ma ora aveva un lavoro. L’autopsia chiarirà le cause che hanno portato a questo. Sono arrivata lunedì da Salerno, ho chiesto in giro e mi hanno detto che quando è arrivata la polizia l’hanno ammanettato e poi gli hanno sparato con il taser, più di una volta, stando sempre a quanto mi hanno detto le persone qui”.
I familiari di Citro si sono affidati all’avvocato Federico De Belvis, che già in passato lo aveva difeso. Il primo passaggio, che vedrà impegnato il legale sarà l’autopsia con la designazione di un proprio consulente: domani, alle 12, il sostituto procuratore Giulia Galfano, che sta seguendo le indagini, conferirà l’incarico per effettuare l’esame attraverso il quale sarà possibile capire, ad esempio, se Citro fosse o meno sotto l’effetto di stupefacenti. Contestualmente, la famiglia nominerà un proprio consulente.
La salma si trova già all’istituto di Medicina legale di Modena. “Credo nella giustizia, nello Stato. Se qualcuno ha fatto qualcosa che non doveva è giusto pagare. Però non si può braccare un ragazzo così. Voglio che tutto questo non succeda più a nessuno“, ha concluso la madre.
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