REGGIO EMILIA – E’ di pochi giorni fa la notizia del decesso, a Bolzano, di un 19enne egiziano. Mostafa Abdelaziz Abouelela è stato trovato senza vita sotto il cavalcavia ferroviario. Morto di freddo, perchè in lista per un posto in un dormitorio prima di lui c’erano altre 170 persone. Morto di freddo dopo essere partito dall’Egitto nel 2018 per andare in Europa a lavorare, per mandare soldi a casa. Accanto all’emergenza abitativa, c’è un fenomeno esploso anche a Reggio: l’arrivo di minorenni non accompagnati. E preoccupano in particolare, per quello che potrebbero nascondere, i giovanissimi provenienti dall’Egitto.
Se nel 2019 i ragazzi, soprattutto di 16 e 17 anni, arrivati in città senza nessuno erano stati 49, nel 2022 il numero è lievitato a 190. L’iter è tracciato: una volta arrivati devono registrarsi in questura, poi il Comune ne deve gestire l’accoglienza, solitamente in comunità. Anche lo stanziamento messo a bilancio per questo è giocoforza aumentato, dai 630mila euro di tre anni fa agli oltre 2 milioni di quest’anno. Ma secondo l’assessore al Welfare Daniele Marchi i fari devono essere puntati anche su altro. La preoccupazione è che ci sia una rete dietro gli arrivi di giovanissimi egiziani: numeri letteralmente esplosi. Erano stati 8 nel 2021, sono 48 quest’anno, arrivati praticamente tutti a ottobre. “Reggio accoglie prevalentemente flussi dal Nordafrica, Tunisia. Ora invece molti dall’Egitto, forse attirati dai cantieri edili del 110%. Non sono certo modalità regolari“.
La prefettura è in allerta sul fenomeno. “Sul tema migratorio i contatti sono costanti, abbiamo condiviso le nostre preoccupazioni”.
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