REGGIO EMILIA – “Abbiamo provato a ripararci sui gradini e sul sagrato della chiesa ma i colpi arrivavano dal palazzo delle poste”. Silvano Franchi aveva 18 anni, il fratello Ovidio 19, si era appena diplomato. Il 7 luglio 1960 la Cgil aveva indetto una manifestazione per protestare conto gli scontri che si erano verificati i giorni precedenti e il clima teso di quegli anni. Loro come altri 20mila ragazzi, che indossavano economiche magliette a strisce diventate poi un simbolo, avevano deciso di aderire allo sciopero. Non si immaginavano cosa sarebbe accaduto. Un reparto di 350 poliziotti e carabinieri prima utilizzò getti d’acqua e lacrimogeni, poi cominciò a sparare.
“Mentre tentavamo di raggiungere l’isolato San Rocco mio fratello è stato colpito, prima una volta, non era grave, poi è stato finito”.
Persero la vita oltre al più giovane Ovidio Franchi, Lauro Farioli, Marino Serri, Afro Tondelli ed Emilio Reverberi. Alla cermionia di commemorazione del 61° anniversario domani parteciperà il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando.
Il programma prevede alle 17:30, al Cimitero Monumentale, l’omaggio alle tombe dei caduti. Alle 18.15 la deposizione di una corona al cippo dedicato ai Martiri del 7 luglio. Poi un percorso sulle pietre d’inciampo poste nei cinque punti della piazza in cui i giovani furono colpiti. Alle 18.30 ai giardini pubblici gli interventi istituzionali.
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