REGGIO EMILIA – Allestire aule scolastiche in luoghi diversi dalle scuole. La necessità è nata in epoca Covid. Per farvi fronte, il Comune, un anno fa, ha investito risorse e personale.
Una sperimentazione che ora si prepara per il bis: Chiostri di San Pietro, Banca d’Italia, Palazzo da Mosto, Musei Civici. E poi la biblioteca delle Arti, assieme anche a spazi messi a disposizione da polisportive, centri sociali e parrocchie, con l’esempio forse più originale, ma al contempo funzionale, rappresentato dalla classe allestita all’interno dell’agriturismo Casa del Gufo, a Ghiarda, nelle campagne di Rivalta.
Se alla ripresa delle lezioni dopo l’estate nel 2020 erano stati circa 1200 gli alunni, tra elementari e medie, ospitati in diverse strutture, questa volta saranno 950, un quinto in meno. Proporzionalmente, il costo degli affitti, per l’amministrazione, passerà da 400mila a 320mila euro. Una spesa che però, in questa seconda edizione del progetto noto anche come “scuola diffusa”, non inciderà sulle casse comunali. A finanziare il tutto ci pensa infatti il ministero dell’Istruzione.
Uno stanziamento che conferma l’interesse nei confronti di un’esperienza che sarà replicata in tutt’Italia grazie alla collaborazione delle competenze emerse nella nostra città. Così prevede un piano nazionale che sarà al centro di un convegno in programma in città il prossimo 10 settembre alla presenza del ministro Patrizio Bianchi.
Le risorse statali in arrivo nella nostra provincia per la ripresa in presenza delle attività didattiche ammontano a quasi 2 milioni di euro. Metà sono rivolte alle superiori. Destinatari della parte riservata alla primaria e alla secondaria di primo grado ci sono altri dieci comuni oltre a quello del capoluogo.
Reggio Emilia comune reggio emilia emergenza coronavirus covid-19 scuola diffusa