BOLOGNA – La vera ripartenza della scuola va impostata sul prossimo anno scolastico, andando anche a risolvere problemi cronici che con la pandemia non hanno nulla a che fare. Quello corrente sarà un anno di transizione, questo emerge dall’intervista rilasciata dal Ministro a Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa” nella quale Bianchi difende i progressi fatti sulla DAD.
Il “Piano Bianchi” stanzia subito 300 milioni di euro per favorire in parte un’eventuale ripartenza in presenza ma soprattutto il “Patto Educativo” con i territori che aprirà in estate le scuole a corsi di recupero e momenti di socialità, senza l’allungamento fino al 30 giugno che, ribadisce Bianchi, “non può compensare mesi di assenza dalle classi”. La stessa Maturità sarà impostata su un elaborato da realizzare a casa.
Nel frattempo i test INVALSI dovranno stimare con certezza un ritardo didattico stimato fra il 35 e il 50% nelle tre materie di riferimento individuate – italiano, inglese, matematica – per porre rimedio a partire da settembre attraverso un piano di recupero “d’urto” finanziato col Recovery Plan. A Settembre ci saranno 5mila insegnanti di sostegno in più.
Intanto però i problemi rimangono: i voucher baby sitter e gli altri sistemi di compensazione per le famiglie sono quasi esclusivamente demandati a Regioni e Comuni. E intanto i dati sembrano ribadire la sicurezza delle classi: un’indagine condotta su 7 milioni di studenti dimostra come la scuola in presenza non abbia spinto i contagi maturando un tasso di positività ai tamponi di appena l’1%.
Non è possibile stabilire oggi una data per il ritorno dei bambini e dei ragazzi alla didattica in presenza, ma i numeri dell’ultima settimana e le proiezioni di quella che appena cominciata fanno capire che la strada tracciata è quella giusta. Per il presidente della Regione Stefano Bonaccini, i dati dicono che il picco è stato scavallato ma che serve ancora prudenza, tanto che non è possibile sapere se dopo pasqua i ragazzi potranno tornare fra i banchi