REGGIO EMILIA – Il Decreto Cutro del 10 marzo si appresta ad affrontare i passaggi in Parlamento, tra le norme l’inasprimento delle pene per gli scafisti. Intanto le città devono affrontare l’arrivo dei migranti che dalle coste attraverso le Prefetture vengono destinati ai territori. Nel Reggiano sono già arrivate circa mille persone dall’inizio dell’anno, un flusso significativo se si considera che in tutto il 2017 quando si registrò un’impennata di arrivi, giunsero 1800 persone. Le misure proposte dal Governo sono bollate come il frutto di una propaganda mista ad impreparazione secondo l’assessore al welfare del Comune di Reggio Daniele Marchi che conferma comunque la disponibilità all’accoglienza diffusa dei migranti. “Impossibile fare previsioni, ma i primi tre mesi ci parlano di arrivi più numerosi del 2022. Andare a mettere in discussione l’istituto della protezione speciale, che ha sostituito la protezione umanitaria cancellata dai decreti di Salvini, rischia di condannare all’invisibilità chi è arrivato o sta per arrivare. Questo genera clandestinità”.
E se gli approdi non possono più essere definiti un’emergenza rischia di diventarlo, sul fronte economico, l’arrivo dei minori stranieri non accompagnati. “Il 2022 è stato un anno estremamente complicato. Il sistema di accoglienza è quasi esclusivamente a carico dei bilanci dei Comuni. Reggio nel 2022 ha speso due milioni di euro solo per i minori, con un marginale rimborso da parte dello Stato”.
Nel frattempo nella vicina Parma il Prefetto ha scritto una lettera ai sindaci: se i Comuni non garantiranno a breve alloggi pronti, la Prefettura non esclude di accogliere i migranti in arrivo in tendopoli allestite in spazi aperti. Una eventualità che non riguarda Reggio e il suo sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale.
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