MODENA – Disastri, alluvioni, temporali improvvisi e il caldo afoso. Il clima è sicuramente cambiato, ma raccontarlo o anticiparlo mettendo in luce i potenziali pericoli sta diventano rischioso.
Non che le previsioni debbano essere precise al 100%, ma anche sul clima si stanno scatenando, nell’ultimo periodo, i complottisti e i negazionisti. Nel mirino, come spesso accade, i giornalisti, “colpevoli” di riportare quanto accade; a essere presi di mira sono però soprattutto i meteorologi, che sui social vengono definiti “meteo-terroristi”, oppure persone al soldo dei servizi segreti, ma anche nazisti o fascisti.
Sono queste alcune delle offese ricevute da Luca Lombroso, meteorologo e responsabile tecnico dell’Osservatorio Geofisico dell’Università di Modena e Reggio, volto noto per essere stato per ospite a “che tempo che fa”. Una situazione alla quale il divulgatore ha deciso di mettere un freno pubblicando solo post con i commenti bloccati, una sorta di parziale chiusura dei profili social, una decisione estrema ma necessaria.
Raggiunto telefonicamente da Tg Reggio, Lombroso non ha molta voglia di parlare di questa storia. Sta partendo per le ferie e vuole chiudere con tutto. Un modo per disintossicarsi dalle accuse dei negazionisti del cambiamento climatico. Non un addio, precisa, ma “uno stop temporaneo, per poi riprendere, a patto che il dibattito si mantenga su un tono civile e scientifico”.
Un clima che si era respirato già nel periodo del Covid, due situazioni certo diverse ma che vedono la scienza messa in grossa discussione e con lei chi se ne fa portavoce, i medici e gli esperti prima, ora i meteorologi.
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