BAGNOLO IN PIANO (Reggio Emilia) – “Dobbiamo pensare non solo che dobbiamo mitigare la crisi climatica e limitarne gli effetti, ma dobbiamo anche adattarci: dobbiamo cominciare a curare meglio il territorio e sapere come comportarci di fronte agli eventi metereologici estremi”.
Così Luca Lombroso, meteorologo dell’associazione meteo professionisti, tecnico dell’osservatorio geofisico di Unimore, ospite al teatro di Bagnolo nell’ambito della rassegna, promossa dalle associazioni locali, “Un solo pianeta quale futuro“: “Tutto questo si ripercuote sull’agricoltura e sulla diffusione di insetti e parassiti: in Italia, per fortuna non sul nostro territorio, è comparsa la febbre Dengue che è molto pericolosa ed è un segnale di tropicalizzazione del nostro clima che si concretizza quando arrivano i fenomeni metereologici estremi“.
Estreme sono state le piogge torrenziali che hanno causato l’alluvione in Emilia Romagna. Ed è stato straordinariamente caldo il mese di settembre, con una temperatura media di quasi 24 gradi centigradi, più di 3 gradi al di sopra della media, caratterizzato oltretutto da una marcata carenza di piogge. All’inizio di ottobre si è arrivati a sfiorare i 30 gradi.
“La rassegna ha voluto sensibilizzare la popolazione, dare informazioni e renderli partecipi di un percorso che è quello che ci porta verso l’agenda 2030 – 2050 – ha detto Katia Pizzetti, di Ctl e Università del Tempo Libero – La base è prenderci cura del nostro pianeta, capire quello che noi possiamo fare nel nostro piccolo”. “Dobbiamo cominciare a pensare di abbandonare i combustibili fossili – ha concluso Luca Lombroso: ci hanno dato un periodo di benessere e sviluppo, che però ha avuto un prezzo molto alto. Il vantaggio di un periodo si ripercuote in uno svantaggio in un altro periodo, in altri popoli e in altre generazioni”.
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