REGGIO EMILIA – E’ in programma domani uno sciopero regionale di due del settore metalmeccanico. Al centro c’è la vertenza per il rinnovo del contratto nazionale.
“E’ la Confindustria che costringe i lavoratori a scioperare – le parole di Simone Vecchi, segretario provinciale della Fiom – per avere qualcosa che dovrebbe essere dato normalmente e che negli altri settori viene dato normalmente”. Sicurezza, formazione, sanità integrativa e poi, tema maggiormente sentito dai lavoratori, aumenti salariali. E’ orientata a questi obiettivi la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, stoppata da Federmeccanica, disposta a concedere in busta paga soltanto l’adeguamento all’inflazione. “Negli anni passati – ha detto Jacopo Scialla di Uilm – tutti gli interventi governativi hanno ridistribuito risorse alle imprese e non ai lavoratori. Oggi è il momento di darli ai lavoratori”.
I sindacati sono consapevoli dell’attuale situazione di crisi che da sanitaria si è tramutata in economica. Il calo di fatturato è rilevante anche per le aziende reggiane della metalmeccanica. Quanto viene rivendicato è considerato però tutt’altro che pretenzioso: “Vogliamo una cornice di riferimento e siamo pronti a fare tutti gli sforzi perché il contratto nazionale sia sostenibile anche per le imprese – ha aggiunto Giorgio Uriti di Fim Cisl – Le imprese, però, devono capire che se non si rinnova presto e bene il problema sarà più grande di quello che abbiamo adesso”.
I tre segretari reggiani delle sigle sindacali di settore, riuniti in Camera del Lavoro, hanno seguito in videoconferenza un’assemblea partecipata da 216 delegati in rappresentanza di oltre 120 aziende. Nella nostra provincia, il settore occupa quasi 40mila persone, 22mila delle quali vedono l’applicazione del contratto nazionale di Federmeccanica.
Lo sciopero di venerdì è di due ore, indette alla fine di ogni turno. Seguirà la serrata nazionale del 5 novembre.