REGGIO EMILIA – “I lavoratori stanno trasformando la paura in coraggio e la volontà di umiliarli da parte del fondo Certina in rabbia. La risposta dei lavoratori alla proposta di Certina al momento è una bocciatura. Le condizioni che sta ponendo il fondo sono condizioni capestro”. Così Simone Vecchi, leader provinciale della Fiom.
Per come è stato delineato, il passaggio di mano di Meta System al fondo bavarese Certina è inaccettabile. La pensano così i dipendenti che hanno affollato le assemblee nelle quali Fiom e Uilm hanno illustrato i dettagli della proposta di acquisizione ora al vaglio del Tribunale di Bologna. Su quel piano l’accordo sindacale, che è vincolante, al momento non c’è.
“Il fondo chiede molto ai lavoratori, sacrifici, ma in cambio non dà nulla, non esiste un piano industriale di investimenti che garantisca lavoro a Reggio”, continua Vecchi.
Le attività produttive rischiano di azzerarsi già dal gennaio 2026. La Meta System sta infatti perdendo clienti. La quota di esuberi calcolata dal fondo bavarese è dell’80% tra gli impiegati e del 60% tra gli operai. “Il problema è che il 60% in esubero è quello di Reggio e il 40% che lavorerà sarà a Varese“.
Secondo il segretario provinciale della Fiom Simone Vecchi il “no” unanime arrivato dai lavoratori è una lezione per tutti. Pronunciato a fronte di condizioni reddituali peggiorative, tra le quali il rifiuto dell’anticipo degli ammortizzatori sociali: “Significa che abbiamo operai che guadagnano 1500 euro al mese e non si troveranno un euro in tasca per quattro o cinque mesi. Per me è inedita un’assemblea dove maggior parte delle persone ritiene e valuta che forse paradossalmente sia più vantaggiosa la chiusura dell’azienda e andare in Naspi piuttosto che accettare un piano di questo tipo”.
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