REGGIO EMILIA – La figura del carabiniere Leone Carmana, che nel 1920 ottenne la medaglia d’oro e al quale è intestata la caserma del comando provinciale, è stata ricordata ieri dai carabinieri reggiani in servizio unitamente a quelli dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo. Erano presenti i vertici del Comando Provinciale, con i testa il Colonnello Andrea Milani e il Prefetto Iolanda Rolli.
Dopo la messa in suffragio dell’eroe, officiata presso la Basilica San Pietro Martire, è stata deposta una corona alla lapide apposta in sua memoria nella piazzetta dei chiostri di San Pietro sempre a Reggio Emilia, intitolata al carabiniere eroe.
Chi era Leone Carmana. Nato a Gazzano di Villa Minozzo (Re) l’11 novembre 1894 dai contadini Giovanni ed Emilia Masini, appena ventenne partecipò alla Prima Guerra Mondiale inquadrato nel 7° Reggimento Fanteria, riportando due ferite. Transitato nell’Arma dei Carabinieri al termine della guerra, vi operò fino al 1923, quando decise di ritornare alla vita dei campi, sposandosi e diventando padre di due bambine. Purtroppo l’Eroe, sopravvissuto a tremende prove, ancor giovane spirò per malattia presso l’ospedale di Reggio Emilia, il 10 febbraio 1926. E’ stato decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare con questa motivazione: “Piantone all’ingresso di una polveriera, scorto l’avvicinarsi di una settantina di rivoltosi, che già si erano impossessati dei fucili di due corpi di guardia ed intendevano impadronirsi della polveriera stessa, ordinata la chiusura della porta dietro di sé, pur sapendo di precludersi così ogni via di scampo, rispose a colpi di moschetto al fuoco dei ribelli, mantenendosi saldo al suo posto, da solo benché ferito, dando così tempo al sopraggiungere di rinforzi, coi quali concorse poi a fugare i facinorosi, sventando in tal modo il criminoso tentativo. Esempio mirabile di eccezionale presenza di spirito, di coraggio e di altissimo sentimento del dovere”.
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