REGGIO EMILIA – Cosa c’è scritto nell’esposto contro il procuratore Mescolini presentato al Csm da quattro sostituti? Questa domanda è al centro della quarta puntata del nostro approfondimento sulla situazione interna alla Procura.
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Il 14 agosto 2020 Luciano Varotti, ex giudice della sezione fallimentare di Reggio, passato al Tribunale di Bologna, pubblica su internet un intervento nel quale sostiene che i magistrati che si scambiavano messagi con Palamara minano la credibilità della magistratura. Mescolini non viene nominato, ma il riferimento è evidente. Varotti non si limita alle valutazioni generali, ma passa in rassegna gli strumenti tecnici per rimuovere il procuratore capo, a partire dalla norme sul trasferimento d’ufficio per incompatibilità. Ed è proprio questo che accade: in procura a Reggio prende forma un esposto al Csm contro Mescolini. Lo firmano quattro sostituti: Isabella Chiesi, Valentina Salvi, Giulia Stignani e Maria Rita Pantani, compagna nella vita del giudice Varotti.
I contenuti dell’esposto sono segreti. Chi ha potuto leggerlo, racconta che lo scambio di messaggi con Palamara vi ha un ruolo marginale. Le quattro firmatarie rileggerebbero alcuni atti di Mescolini in chiave politica. Al procuratore capo verrebbe contestata ad esempio l’assenza a una riunione di lavoro per partecipare a un’iniziativa pubblica con Stefano Bonaccini, un paio di settimane prima delle elezioni regionali del 2020. Quel giorno, il 7 gennaio, Mescolini si trovava effettivamente nello stesso posto di Bonaccini, al Teatro Valli, ma per partecipare alle celebrazioni del Tricolore, ospite d’onore il presidente del Parlamento Europeo.
Il cuore dell’esposto sembra essere però la gestione dell’inchiesta sugli appalti del Comune di Reggio. Le autrici muoverebbero rilievi sui reati contestati e sul numero delle persone indagate, che a loro giudizio avrebbe dovuto essere maggiore, coinvolgendo altri esponenti della Giunta oltre al vicesindaco Sassi e all’assessore Tutino. Anche la perquisizione in Comune per acquisire documenti, per le firmatarie dell’esposto, avrebbe dovuto essere fatta prima del ballottaggio del 9 giugno 2019. Vinse la linea del procuratore capo: gli indagati furono 15 e la perquisizione si svolse quattro giorni dopo il ballottaggio. Ma Chiesi, Pantani, Salvi e Stignani, nell’esposto, avanzerebbero il dubbio che le scelte di Mescolini possano essere state condizionate da considerazioni politiche.
Se queste sono le tesi alla base della richiesta di trasferimento, è possibile valutare il fondamento delle accuse? E’ quello che proveremo a fare nella prossima puntata. (4/continua)
La prima puntata
La seconda puntata
La terza puntata
Mescolini e i suoi nemici: l’estate calda del 2020 e l’attacco del centrodestra. VIDEO
La quinta puntata
Reggio Emilia Comune di Reggio Emilia inchiesta esposto indagati ballottaggio Marco Mescolini procuratore capo inchiesta appalti incompatibilità ambientale sostituti procuratoriMescolini e i suoi nemici: procura divisa sull’inchiesta sugli appalti del Comune. VIDEO