REGGIO EMILIA – A fine anno terminerà il mercato di maggior tutela del gas, in aprile dell’anno prossimo avverrà il passaggio al mercato libero anche per l’energia elettrica. Un passaggio che coinvolge decine di migliaia di clienti anche nella nostra provincia. Vediamo cosa potrebbe cambiare per loro.
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Dal mercato tutelato al mercato libero. Da un contesto nel quale le tariffe di gas ed energia elettrica, a prescindere dal fornitore, sono fissate periodicamente da un’autorità statale, Arera, a uno nel quale i clienti possono scegliere tra centinaia di operatori e di proposte commerciali, avendo così la possibilità di spuntare prezzi più bassi grazie ai benefici effetti della concorrenza. Ma è davvero così? E’ quello che si chiedono gli utenti e, in particolare, quelli che finora sono rimasti nel mercato di maggior tutela. Nella nostra provincia sono tanti: per il gas 60.800 utenze domestiche più 1.450 condomìni, pari nel complesso a quasi il 30% del totale. Le utenze fornite di energia elettrica in regime di mercato tutelato sono invece più di 69mila, il 28%.
Il passaggio al mercato libero si tradurrà per loro in un vantaggio? Una approfondita analisi condotta da Arera offre risposte poco incoraggianti. L’Autorità per l’energia ha analizzato i contratti sottoscritti da tutti quei clienti che, tra il gennaio dell’anno scorso e il giugno di quest’anno, sono usciti dal mercato tutelato dell’energia elettrica e sono passati al mercato libero.
Il risultato del raffronto condotta da Arera è questo. Nei primi sei mesi del 2023, tra coloro che hanno scelto contratti a prezzo fisso sul mercato libero, il 97,2% ha speso più di prima. Solo il 2,8% ha trovato una offerta più vantaggiosa rispetto al mercato tutelato. Anche tra chi ha scelto il prezzo variabile – e sono stati di gran lunga la maggioranza – il 94,3% ha finito per avere bollette più salate, contro un 5,7% che ha invece risparmiato.










