REGGIO EMILIA – Il nostro mercato del lavoro è interessato da fenomeni di grande portata e di non facile interpretazione. Quello più evidente è il calo degli occupati e l’aumento del numero degli inattivi. Chi sono gli inattivi? Per l’Istat, sono le persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni che non lavorano e non cercano lavoro. Negli ultimi tre anni, fra il 2019 e il 2022, gli inattivi in provincia di Reggio sono aumentati di 8mila unità. Un esercito di 98.500 persone che vale quasi la metà degli occupati. Questi ultimi invece nello stesso periodo sono diminuiti: a fine 2022 si contavano 10mila occupati in meno rispetto a tre anni prima, con un totale di 235.400.
La definizione di occupato va spiegata, perché non coincide con quella intuitiva. L’Istat considera occupata ogni persona con più di 15 anni che nella settimana di riferimento della rilevazione abbia lavorato almeno un’ora. Tra questi 235mila, dunque, ci sono persone che sono occupate di nome ma non di fatto.
Più utile, per capire come funziona il mercato del lavoro di oggi, è analizzare i contratti di lavoro attivati nel 2022. Sono stati complessivamente 108.286. Di questi, 21.400 sono contratti di lavoro somministrato delle agenzie interinali. Quasi 8.500 sono contratti per lavoro intermittente e altri 1.300 circa contratti di lavoro parasubordinato. Dunque il 29% delle assunzioni è riconducibile a forme di lavoro precario, il 33% se si considerano anche le oltre 4mila assunzioni con contratto di apprendistato. Le assunzioni a tempo indeterminato sono state invece 15.100, pari al 14% del totale.
Mercato del lavoro: a Reggio Emilia precario un contratto su tre. VIDEO
22 dicembre 2023Nel 2022 in provincia oltre 35mila assunzioni con lavoro somministrato, intermittente, parasubordinato e apprendistato. Calano gli occupati, mentre gli inattivi crescono e sono quasi 100mila