REGGIO EMILIA – Non si placa la preoccupazione dei sindacati rispetto alla decisione dell’Ausl di aprire un bando per la ricerca di medici
libero-professionisti per sopperire alle carenze nei pronto soccorso. “Chi garantisce per questi medici? – le parole di Aldo Sangermano, di Anaao Reggio – entrano in un sistema complesso, già oliato”.
Sono parecchie le preoccupazioni dei sindacati rispetto alla scelta dell’Ausl di Reggio – scelta dettata dall’impellenza della mancanza di personale – di pubblicare un bando per cercare medici a chiamata di emergenza-urgenza. Tra queste, c’è che i colleghi libero-professionisti
non si integrino nei protocolli e nelle consuetudini di un reparto formato per lavorare in squadra tutti i giorni. Un’altra è che questo possa essere solo l’inizio: il pronto soccorso, dice Sangermano, medico internista per due mandati segretario provinciale Anaao, è un po’ come la
porta di casa: “Se si comincia da lì, la nostra preoccupazione è che la cosa si allarghi a macchia d’olio”.
La domanda quindi diventa: quale soluzione alternativa si può adottare? “Razionalizzare le forze che abbiamo sui pronto soccorso di Reggio,
Castelnovo e Guastalla – il pensiero di Sangermano – In questo momento non si possono riaprire Scandiano e Correggio”. La principale necessità del bando, che scadrà il 6 giugno, è infatti quella di reperire medici per riaprire almeno per 12 ore i pronto soccorso di Scandiano e Correggio chiusi da inizio pandemia. “Il problema è nazionale: tra 2-3 anni, quando usciranno nuovi specializzandi, il mercato sarà più ricco”.
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