REGGIO EMILIA – Sulla questione dei “medici a chiamata” verrà aperto un tavolo di confronto con i sindacati. Lo coordinerà Giorgio Zanni, presidente della Conferenza territoriale socio sanitaria, e avrà lo scopo di arrivare ad una condivisione il più possibile profonda della decisione dell’Ausl di Reggio di pubblicare un bando di gara urgente per l’assistenza medica specialistica nei pronto soccorso della provincia, una scelta che sta generando reazioni e preoccupazioni.
Dopo due giorni di silenzio, l’azienda sanitaria nelle ultime ore ha inviato una breve nota, specificando che “si tratta di un provvedimento temporaneo in attesa di reperire personale dipendente”. Tradotto: non è un inizio di privatizzazione della sanità. Il bando parla di sei mesi, per un importo di quasi 380mila euro netti da corrispondere all’operatore aggiudicatario, prorogabili di altri sei: un periodo durante il quale il personale fornito da agenzie di lavoro interinale o da cooperative verrà utilizzato per sopperire alle carenze di dipendenti della struttura di emergenza-urgenza, ma la destinazione principale di questi libero professionisti, e l’Ausl lo conferma nella nota, sono due: Scandiano e Correggio, con i rispettivi pronto soccorso chiusi dal marzo del 2020. Si mira a riaprirli almeno 12 ore al giorno, garantendo però l’automedica nelle ore di non apertura. L’obiettivo è di riaprire Scandiano a fine luglio e Correggio all’incirca un mese più tardi, ma non ci sono date. E servono i medici di emergenza-urgenza, le cui “difficoltà di reclutamento rappresentano, purtroppo, una nota criticità nazionale che si è acuita negli ultimi anni”, scrive l’Ausl.
Leggi e guarda anche
Medici “a gettone”: in una notte si possono guadagnare 500 euro. VIDEO
Reggio Emilia Correggio Scandiano lavoro pronto soccorso medici contratto a chiamata“Affidarsi ai medici a gettone crea un precedente pericoloso”. VIDEO