REGGIO EMILIA – Non vanno deserti solo i concorsi pubblici: è successo anche con il bando pubblicato dall’Ausl rivolto a professionisti privati, chiamati a coprire le carenze di organico ormai croniche nei pronto soccorso. Nessuna impresa, tra quelle che gestiscono i medici in libera professione, si è presentata. L’Ausl ha dunque deciso di posticipare di altri dieci giorni la scadenza fissata per la raccolta delle adesioni. L’appalto ha una durata semestrale, per un importo complessivo di 378 mila euro.
Il reparto di emergenza urgenza è uscito con le ossa rotte dai due anni di pandemia. All’inizio del 2020 si contavano 76 unità, da allora se ne sono perse 8, tra trasferimenti e cambi di specialità. Nei prossimi mesi saliranno a 11. Coprire turni e garantire le ferie diventa praticamente impossibile, a fronte di una richiesta sempre maggiore da parte dei cittadini: nel 2021 gli accessi sono aumentati del 20% e nel 2022 di un altro 20% ancora.
La gara è stata indetta per evitare le interruzioni del servizio, in particolare nella stagione estiva. Ma la carenza dei professionisti riguarda evidentemente anche le realtà private. Inoltre, l’azienda sanitaria reggiana non è l’unica che ha intrapreso questa strada. In Piemonte e in Veneto sono state pubblicate gare analoghe. In Emilia Romagna, la vicina Modena sta attraversando le stesse difficoltà e il bando dell’Ausl modenese si è chiuso il 31 maggio.
Intanto, il Movimento 5 Stelle ha presentato una risoluzione alla giunta regionale con la richiesta di mettere in campo interventi finalizzati ad evitare il ricorso all’appalto dei servizi sanitari, se non in situazioni di emergenza. Ma il problema al momento sembra essere un altro.
Servizio Tg di Alessio Fontanesi
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