REGGIO EMILIA – “Non nascondo che stiamo pensando a uno stato di agitazione forte, a mettere dei cartelli in tutti gli studi per far sapere ai cittadini in che condizioni siamo, a parlare con tutti i sindaci, perché capiscano che è ora di incontrare i rappresentanti dei medici di medicina generale. Non come la Regione Emilia Romagna, che incontra tutti ma con i medici fa fatica”.
Il Segretario provinciale della Federazione dei Medici di Medicina di Generale Euro Grassi è sul piede di guerra e minaccia lo stato di agitazione. La questione è quella legata al sovraccarico di lavoro cui sono chiamati medici di famiglia visto la carenza di personale con cui il settore deve fare i conti.
Secondo una stima, nei prossimi mesi circa 50mila reggiani si troveranno senza il medico di famiglia per pensionamenti e abbandoni. Come si può tamponare questa situazione?
Non certo secondo quanto previsto dalla Regione contesta Grassi: “Non è praticabile la soluzione di aumentare a 1.500 assistiti la quota per i medici in formazione e a 1.800 per gli altri, che spesso sono anziani o alle prese con tanti acciacchi”.
La strada da percorrere secondo il sindacato è quella della creazione di squadre di medici che possano turnare per coprire i buchi: “Una soluzione temporanea potrebbe essere quella di creare delle squadre di medici per nucleo o distretto. Potrà avvenire utilizzando l’ambulatorio del medico cessato o dell’Ausl”.
A complicare la situazione c’è l’aumento impetuoso dei contagi di Covid19 nelle ultime settimane. Una situazione che poteva essere evitate mantenendo alcune misure protettive, come l’obbligo di mascherine in luoghi affollati anche all’aperto: “Consetnire un evento con oltre 100mila persone come al Campovolo senza mascherine non è stato il massimo dal punto di vista sanitario”.
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