SCANDIANO (Reggio Emilia) – I residenti di Mazzalasino si avvicinano alla spicciolata. Sono poche centinaia in tutta la frazione, percorrono a piedi o in auto la provinciale che taglia in due per il lungo il borgo. Nel silenzio dell’afoso dopopranzo hanno sentito nitidamente le sirene delle ambulanze e delle pattuglie dei carabinieri. Il suono si è fermato di fianco al ristorante che è qui da oltre mezzo secolo. Qualcuno arriva e non immagina nulla, chiede a noi e poi se ne va in silenzio con le mani nei capelli. Qualcun altro ha appena saputo. “Non ci volevo credere… li ho visti in pizzeria poche sere fa. Per lui non era un gran momento, sul lavoro e per questioni private”.
Anacleto Rossi lo conoscevano tutti, e prima ancora tutti conoscevano la sua mamma, Vanna, e la zia Sandra, morte a poco tempo l’una dall’altra tra 2018 e 2019 e da cui lui aveva ereditato la gestione del ristorante che in origine era del padre Gilmo, scomparso per un malore all’estero durante una battuta di caccia al cervo quando il 43enne era bambino. La compagna di Anacleto, che abita in zona da anni e anni, non è originaria del paese. Come sempre accade in situazioni così imponderabili, ci si interroga subito sui motivi. Qualche vicino di casa ha parlato di liti frequenti e a voce alta tra i due, molti sono esterrefatti.
“Non ho parole”, ci dice un’altra vicina. E ancora: “Venivo tutti i giorni a prendere il caffè e lo vedevo, per me era un bravo ragazzo, poi chissà, la testa a volte”.
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